Juve con o senza Champions: da Koopmeiners a Rabiot, cosa può cambiare

La frenata in classifica si riflette sulle strategie del club. La possibilità di aggredire il costo dei cartellini e gli ingaggi

TORINO - È chiaro che tutto si complica quando i tempi si dilatano oltre quanto si potesse immaginare. Il cammino della Juventus nel girone di andata aveva autorizzato a preconizzare un’accelerazione dei tempi di mercato, ma la frenata in campo complica un poco le cose. Poi, certo, una premessa è d’obbligo: il mercato non chiude mai e comunque i dirigenti di qualità e di competenza antica portano avanti trattative parallele e differenti a seconda di quel che si potrà realizzare, perché farsi cogliere di sorpresa è uno dei più gravi errori che possa compiere un uomo di mercato a qualsiasi livello.

Invece deve preparare i famosi “piani B, C” e via discorrendo a seconda di quel che potrà capitare. Poi, certo, considerate le basi poste dalla Juventus allegriana nel girone di andata è evidente che Cristiano Giuntoli si sentisse autorizzato a ragionare in ottica futura con la qualificazione in tasca sia in termini economici sia, soprattutto, in termini di appeal nei confronti degli obiettivi di mercato.

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Capitolo Koopmeiners

Prendiamo, per esempio, un elemento come Teun Koopmeiners. Posto (ma non firmeremmo con il sangue) che la Juventus di oggi sia disposta a investire 60 milioni (tra contanti e contropartite) su un solo giocatore, è evidente che per convincere l’olandese un conto è disporre della certa qualificazione alla Champions, altro rimanere nel dubbio. Considerato, e non è un mistero, che su di lui grava la concorrenza concreta da parte di club di Premier che possono garantire cifre maggiori in termini di ingaggio anche a parità di palcoscenici.

Thuram e la Juve

Analogo ragionamento si può azzardare nei confronti di Khephren Thuram, centrocampista del Nizza di notorietà non certo recente. Ecco, al netto che il club della costa azzurra chiede quasi la metà rispetto all’Atalanta per Koopmeiners (una quarantina di milioni) sul fratello dell’interista hanno già messo gli occhi i due club di Manchester e il Liverpool con tutto ciò che di fascino e di denari che la Premier si porta appresso.

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La Juve valuta Zaccagni e Anderson

I denari, ma anche il palcoscenico della Champions. Poniamo, per esempio, che alla Lazio riesca una rimonta clamorosa che la porti tra le prime quattro (o cinque, se in ranking continuerà a sorriderci) della classifica mentre la Juventus finirà fuori dal gruppo degli eletti. Ecco: in quel caso come ragionerà, per esempio, Mattia Zaccagni che è alle strette con Lotito per il rinnovo di contratto (che scade a giugno 2025) mentre dall’altra parte preme Giuntoli per portarlo in bianconero dopo averlo già corteggiato quando era a Napoli?

Lo stesso discorso, anzi a maggior ragione, vale per giocatori in scadenza già a giugno 2024 come Felipe Anderson su cui la Juventus sta lavorando da tempo: al netto della questione economica (si balla sopra i tre milioni) la vetrina della Champions sarà dirimente e non è un caso che negli ultimi giorni siano cominciati a circolari spifferi assai concreti su un inserimento del Milan che, a differenza dei bianconeri, ha ormai blindato il quarto posto e può far di conto sia sui danari della prossima Champions sia sulla suggestione della musichetta. Note sulle quali, peraltro, si balla anche nella stanze della Continassa perché è davvero difficile ipotizzare che, per esempio, Adrien Rabiot sia disposto a rinnovare di nuovo il contratto senza la garanzia di poter giocare nella competizione più importante. E chissà se è per quello che rideva largo, dopo la sconfitta di Roma...

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TORINO - È chiaro che tutto si complica quando i tempi si dilatano oltre quanto si potesse immaginare. Il cammino della Juventus nel girone di andata aveva autorizzato a preconizzare un’accelerazione dei tempi di mercato, ma la frenata in campo complica un poco le cose. Poi, certo, una premessa è d’obbligo: il mercato non chiude mai e comunque i dirigenti di qualità e di competenza antica portano avanti trattative parallele e differenti a seconda di quel che si potrà realizzare, perché farsi cogliere di sorpresa è uno dei più gravi errori che possa compiere un uomo di mercato a qualsiasi livello.

Invece deve preparare i famosi “piani B, C” e via discorrendo a seconda di quel che potrà capitare. Poi, certo, considerate le basi poste dalla Juventus allegriana nel girone di andata è evidente che Cristiano Giuntoli si sentisse autorizzato a ragionare in ottica futura con la qualificazione in tasca sia in termini economici sia, soprattutto, in termini di appeal nei confronti degli obiettivi di mercato.

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