Mendilibar in provincia ha imparato a non staccare mai i piedi da terra
Il tredicesimo posto con 35 punti dopo 29 giornate racconta soltanto una parte della verità, quella relativa al passato. Anche molto recente, ma passato. E non ha nulla a che vedere con Mendilibar. Nei cinque incontri disputati agli ordini dall'esperto ed essenziale, ai limiti dello spartano, tecnico basco, il Siviglia ha ottenuto tre vittorie e due pareggi (ossia quasi un terzo dei suoi punti in Liga), segnando undici gol e mantenendo la propria rete inviolata in tre occasioni: «Un mese e mezzo fa pensavo che sarei stato tutto l'anno senza allenare», ha sottolineato con estrema franchezza un allenatore che, prima di arrivare in Andalusia, non aveva mai messo piede sul palcoscenico europeo. La sua Europa League, infatti, si è sempre chiamata promozione o salvezza. I suoi Pizjuán, tra gli altri, si chiamavano Pucela (Valladolid), Ipurua (Eibar), El Sadar (Osasuna)... Ma è proprio in provincia che Mendilibar ha imparato a non staccare mai i piedi da terra: «Ora le cose stanno andando bene, ma non abbiamo fatto ancora nulla. In campionato siamo risaliti, ma dobbiamo ancora concludere il lavoro, mentre in Europa avremo di fronte un altro grande rivale».