Italia, è Lucca la speranza di Spalletti per l'Europeo. E quei no del Toro...

Il centravanti dell’Udinese è alla prima convocazione in azzurro. Sta esplodendo in bianconero dopo una lunga gavetta e due occasioni perse dei granata

C’è la foto di un bambino con i capelli biondi “a caschetto” che, mentre corre, svolazzano sulla maglia in stile Penarol (bellissima: bianca con la banda trasversale) del Torino. Il bambino è Lorenzo Lucca, giovanissimo, che sgambetta su un campo della scuola calcio del Toro. Da Moncalieri, cittadina affacciata sul Po alle porte di Torino, Lorenzo ha cominciato così il suo percorso sui sentieri del calcio, un cammino che lo ha portato fino al bosco incantato della Nazionale. Sentieri lastricati di buone intenzioni, ma tutt’altro che lisci e confortevoli, Anzi: gli sterrati anche paludosi dei campi di periferia con le squadre giovanili del Chieri e dell’Atletico Torino perché l’altro Torino, quello della maglia sudamericana di bambino, lo teneva sotto controllo ma preferiva lasciarlo crescere da altre parti.

Torino, i due no a Lucca

Lui, spinto anche dalla passione del padre calciatore di periferia, non si è mai arreso e così, dopo i gol in Promozione il sentiero ha cominciato a illuminarsi con la chiamata del Vicenza in Serie C: la porta del professionismo. La seconda firma per il Torino (dove giocherà in Primavera) e il successivo passaggio al Palermo in Serie D è stata la perfetta trasposizione del geniale (uno dei tanti) aforisma di Ennio Flaiano: “In Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco”. In Sicilia firma per 5 stagioni ma ci resta solo per una, prima di passare al Pisa, in B, che lo toglie definitivamente dalle disponibilità contrattuali del Torino: E chissà se i granata, ora che gli si sono spalancate le porte azzurre, saranno pentiti di questa scelta... Le stagioni in B accendono su di lui i riflettori dei club di Serie A, ma il massimo campionato arriverà solo dopo la parentesi olandese di un anno con l’Ajax.

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Lucca, l'idolo Ibra, le parole di Spalletti

Non proprio una destinazione banale, per chi ha eletto Ibra a proprio idolo: «Ibrahimovic è il mio idolo, mi piace molto come giocatore - ha raccontato alla radio della Serie A - Mi piacerebbe assomigliarli nella qualità con cui arriva al gol, sentire la porta ed essere nel posto giusto al momento giusto. Giroud lo conosciamo tutti è stato forse uno degli attaccanti più forti d’Europa e ancora adesso sta facendo la differenza al Milan. Per la mia altezza tanti per scherzare mi paragonavano a Peter Crouch, anche se credo che abbiamo caratteristiche diverse». Quelle caratteristiche che, dopo i 7 gol e una continuità di prestazioni con l’Udinese, Luciano Spalletti ha deciso di verificare di persona: «Voglio vedere da vicino di che pasta è fatto», ha spiegato il ct nella conferenza stampa di presentazione della tournée americana a cui parteciperà l’attaccante dei friulani.

Lucca in corsa per l'Europeo

Per Lucca, oltre che una grande emozione e il coronamento del percorso, sarà anche la grande occasione per candidarsi a un posto nella lista finale dei 23 per l’Europeo di Germania. Spalletti, infatti, è sempre alla ricerca di spalle larghe che possano reggere il peso della maglia di centravanti della Nazionale e l’investigazione, finora, ha dato risultati non propriamente esaltanti soprattutto se ristretti al ruolo di “centravanti pesante” o, se preferite, di prima punta classica. Il ct aveva puntato i riflettori azzurri su Gianluca Scamacca, ma gli infortuni a Bergamo e soprattutto il deficitario impatto durante la decisiva gara a Leverkusen contro l’Ucraina lo hanno fatto scendere parecchio nelle gerarchie. E così il ct, che comunque lo teneva già d’occhio, ha deciso di dare una possibilità al ragazzo di Moncalieri: la ricerca di un centravanti che sappia sopportare la maglia azzurra, passa da Lucca. Lorenzo.

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C’è la foto di un bambino con i capelli biondi “a caschetto” che, mentre corre, svolazzano sulla maglia in stile Penarol (bellissima: bianca con la banda trasversale) del Torino. Il bambino è Lorenzo Lucca, giovanissimo, che sgambetta su un campo della scuola calcio del Toro. Da Moncalieri, cittadina affacciata sul Po alle porte di Torino, Lorenzo ha cominciato così il suo percorso sui sentieri del calcio, un cammino che lo ha portato fino al bosco incantato della Nazionale. Sentieri lastricati di buone intenzioni, ma tutt’altro che lisci e confortevoli, Anzi: gli sterrati anche paludosi dei campi di periferia con le squadre giovanili del Chieri e dell’Atletico Torino perché l’altro Torino, quello della maglia sudamericana di bambino, lo teneva sotto controllo ma preferiva lasciarlo crescere da altre parti.

Torino, i due no a Lucca

Lui, spinto anche dalla passione del padre calciatore di periferia, non si è mai arreso e così, dopo i gol in Promozione il sentiero ha cominciato a illuminarsi con la chiamata del Vicenza in Serie C: la porta del professionismo. La seconda firma per il Torino (dove giocherà in Primavera) e il successivo passaggio al Palermo in Serie D è stata la perfetta trasposizione del geniale (uno dei tanti) aforisma di Ennio Flaiano: “In Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco”. In Sicilia firma per 5 stagioni ma ci resta solo per una, prima di passare al Pisa, in B, che lo toglie definitivamente dalle disponibilità contrattuali del Torino: E chissà se i granata, ora che gli si sono spalancate le porte azzurre, saranno pentiti di questa scelta... Le stagioni in B accendono su di lui i riflettori dei club di Serie A, ma il massimo campionato arriverà solo dopo la parentesi olandese di un anno con l’Ajax.

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