Juve Next Gen, dal rischio fine progetto al miglior piazzamento: è rinata così

Il gruppo di Brambilla è risalito fino al settimo posto finale: anche Turicchia e Anghelé tra i candidati alla “promozione”

La Juventus Next Gen ha concluso la stagione regolare, ieri sera, raccogliendo il miglior risultato della sua ancor giovane storia, germogliata soltanto nell’estate del 2018. Di più. I bianconeri hanno centrato il settimo posto in classifica al termine di un’esaltante rimonta, dopo aver trascorso il Capodanno e l’Epifania nelle sabbie mobili della zona playout. Per giunta, alla prima partecipazione nel Girone B del campionato: gli addetti ai lavori lo ritengono più selettivo del Girone A per le tante piazze storiche che lo compongono, di certo per i bianconeri è risultato più faticoso a causa delle lunghe trasferte.

I Next Gen a disposizione di Allegri

La stagione, come di consueto in questi casi, non è girata per un singolo fattore. Il rientro alla base di Sekulov, a gennaio, dopo sei mesi avari di soddisfazioni in Serie B con la Cremonese, ha giocato per certo un ruolo importante. Così come l’interazione con la prima squadra: se Allegri già in autunno aveva definitivamente privato il collega Brambilla di elementi “fuori categoria” come Huijsen e Yildiz, nelle scorse settimane ha invece restituito una pedina eclettica come Nonge Boende in mezzo al campo. E anche l’ingaggio azzeccato di un fuori quota come Guerra, autore di 15 reti in campionato, ha contribuito al positivo esito della stagione. Ma la risalita della Next Gen negli ultimi mesi, in realtà, si spiega anche e soprattutto con la naturale crescita di un gruppo giovane e talentuoso, inevitabilmente maturato di partita in partita.

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L'esplosione di Hasa

Il percorso che compie ogni anno la seconda squadra della Juventus, ciclicamente irrorata dai migliori prospetti in uscita dall’Under 19, ha contribuito negli ultimi mesi alla formazione dei prossimi prodotti del vivaio destinati a rinforzare la prima squadra, sulle orme dei vari Soulé e Miretti, Fagioli e Iling. La stagione regolare appena mandata in archivio, in questo senso, ha fatto da cornice ai progressi di Luis Hasa (2004), per esempio, “genietto” del centrocampo che agli Europei Under 19 dello scorso anno era stato eletto miglior giocatore della manifestazione: fosforo e piedi educati non gli fatto difetto, a differenza di un fisico ancora da strutturare per poter reggere l’impatto ai massimi livelli.

Da Comenecia ad Anghelè

Sugli esterni, invece, si sono messi in mostra Livano Comenencia (2004) e Riccardo Turicchia (2003): l’olandese ha confermato a suon di strappi e sgasate sulla destra le aspettative intorno al suo passaggio dal Psv al bianconero, l’azzurro ha certificato la sua duttilità già emersa nel percorso che l’aveva visto approdare da protagonista fino alla finale con l’Uruguay nell’ultimo Mondiale Under 20. E in attacco, se Leonardo Cerri (2003) ha già persino esordito agli ordini di Allegri, il futuro si chiama con ogni probabilità Lorenzo Anghelé (2005): il giovanissimo ligure, alle 6 reti segnate in Primavera con Montero, ne ha già sapute sommare 3 anche tra i professionisti. I prospetti cui guardare per il prossimo travaso in prima squadra, insomma, non mancano. In nome di una strategia societaria ormai consolidata. Con soddisfazione.

NEXT GEN, LE PAGELLE DELLA STAGIONE GIOCATORE PER GIOCATORE

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La Juventus Next Gen ha concluso la stagione regolare, ieri sera, raccogliendo il miglior risultato della sua ancor giovane storia, germogliata soltanto nell’estate del 2018. Di più. I bianconeri hanno centrato il settimo posto in classifica al termine di un’esaltante rimonta, dopo aver trascorso il Capodanno e l’Epifania nelle sabbie mobili della zona playout. Per giunta, alla prima partecipazione nel Girone B del campionato: gli addetti ai lavori lo ritengono più selettivo del Girone A per le tante piazze storiche che lo compongono, di certo per i bianconeri è risultato più faticoso a causa delle lunghe trasferte.

I Next Gen a disposizione di Allegri

La stagione, come di consueto in questi casi, non è girata per un singolo fattore. Il rientro alla base di Sekulov, a gennaio, dopo sei mesi avari di soddisfazioni in Serie B con la Cremonese, ha giocato per certo un ruolo importante. Così come l’interazione con la prima squadra: se Allegri già in autunno aveva definitivamente privato il collega Brambilla di elementi “fuori categoria” come Huijsen e Yildiz, nelle scorse settimane ha invece restituito una pedina eclettica come Nonge Boende in mezzo al campo. E anche l’ingaggio azzeccato di un fuori quota come Guerra, autore di 15 reti in campionato, ha contribuito al positivo esito della stagione. Ma la risalita della Next Gen negli ultimi mesi, in realtà, si spiega anche e soprattutto con la naturale crescita di un gruppo giovane e talentuoso, inevitabilmente maturato di partita in partita.

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