Nicola show, tutto è possibile: nessuno come lui negli ultimi 10 anni

Da quando è subentrato l’Empoli viaggia a ritmo Europa: sei risultati utili consecutivi. Da Salerno a Crotone, passando per Torino: l’uomo delle salvezze miracolose colpisce ancora
Nicola show, tutto è possibile: nessuno come lui negli ultimi 10 anni© LAPRESSE

Che gli piacessero le sfide, quelle impossibili alla guida di squadre senza vita, già si era intuito. Ma nessuno poteva pronosticare un impatto del genere su un gruppo che poco più di un mese fa si trovava al penultimo posto della classifica. Sono passate giusto sei giornate da quando Davide Nicola ha scelto di mettersi in gioco per l’ennesima volta. Sei giornate e dodici punti raccolti, con tre vittorie e tre pareggi. Un ritmo non da Europa, ma da Champions: meglio dell’Empoli hanno fatto solo Inter, Atalanta, Bologna e Milan. Mai negli ultimi dieci anni di Serie A, un allenatore era riuscito a fare meglio da subentrante. «Attorno a noi si sta creando un entusiasmo particolare - ha commentato Nicola dopo il match vinto con il Sassuolo - ma io sto solo facendo la mia parte». Dichiarazioni da leader, in pieno stile “Ogni maledetta domenica” con Al-Pacino impegnato a motivare la squadra di Football che allena per spingerla oltre i suoi limiti. Nicola, in fondo, fa la stessa cosa: non importa quanto tu abbia sofferto o giocato nell’ultimo periodo, lui riuscirà a tirare fuori il meglio di te.

Nicola, la storia iniziata a Crotone

L’Empoli rischia di diventare solo l’ultimo episodio di una serie iniziata diversi anni fa a Crotone, quando fu chiamato a gennaio per sostituire Juric. Con 9 punti raccolti nel girone di andata, la salvezza è quasi un’utopia. Nicola però ci crede e alla conferenza stampa di presentazione se ne esce così: «Se ci salviamo vado da Crotone a Torino in bicicletta». Detto-fatto: nel girone di ritorno il Crotone ottiene 25 punti e si salva all’ultima giornata battendo 3-1 la Lazio di Inzaghi. La stagione successiva inizia nel migliore dei modi, ma a gennaio qualcosa tra Nicola e la società si spezza e l’allenatore rassegna le dimissioni. Dopo le parentesi a Genova e a Udine, nel 2021 Nicola viene contattato da Cairo: il Toro è terzultimo in classifica, ha bisogno di una scossa per risollevarsi ed evitare l’incubo della retrocessione. Arrivano le prime vittorie, tutte sofferte, ma anche tanti pareggi. Manca una giornata alla fine e il Toro non è ancora salvo, ma ha da recuperare un match rinviato per la pandemia: dovrà affrontare in casa la Lazio. Sì, ancora la Lazio, come a Crotone giusto quattro prima. Per alcuni un finale romantico, per altri un oscuro presagio: il calcio che dà e che poi ti presenta il conto nel momento più delicato. Nicola ricompatta il gruppo e sotto gli occhi di un Cairo visivamente nervoso, strappa uno 0-0 con tanto di rigore sbagliato da Immobile nel finale. Missione compiuta: il Toro è salvo.

Nicola, l'impresa con la Salernitana

L’impresa più bella resta però quella di Salerno, quella che lo ha consacrato definitivamente come “l’uomo delle missioni impossibili”. È il 15 febbraio del 2022, la Salernitana è ultima in classifica. La società ingaggia Walter Sabatini, ha bisogno a della sua esperienza per cercare di dare vita a una squadra che in quel momento ha il 7% di possibilità di restare in A. Sabatini non ha dubbi: per una cavalcata così serve Davide Nicola. La squadra viene smantellata e ricostruita ad hoc nel mercato invernale per il finale di stagione, preferendo l’esperienza dei vari Perotti, Fazio e Verdi ai giovani di prospetto presenti in rosa. Non è certo questo il tempo di programmare, bisogna salvarsi, punto. La salvezza arriva all’ultima giornata, con la Salernitana sconfitta per 4-0 in casa dall’Udinese, ma graziata dal suicidio del Cagliari, che pareggia 0-0 contro il Venezia e finisce in B. La stagione successiva, nonostante un inizio positivo, la squadra inizia a deludere e Iervolino a malincuore decide di esonerarlo. La storia che si ripete, con Nicola costretto a dire addio dopo aver fatto innamorare una piazza intera. “O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo”, verrebbe da dire. Un mistero, o forse solo l’essenza stessa di un allenatore che alla progettualità tecnico-tattica a lungo termine, è abituato a privilegiare il cuore, il coraggio e anche un po’ di sana disperazione in nome di un risultato che in quel momento pare impossibile. Ad Empoli c’è ancora molto da lavorare, ma l’obiettivo salvezza pare ormai più che alla portata. Chissà che stavolta la storia d’amore possa continuare...

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