La Juventus fa la storia per creare il futuro

Allegri educa l'abitudine a vincere, puntando la Champions League
La Juventus fa la storia per creare il futuro© LaPresse

TORINO - La Juventus, questa Juventus, non ha mai snobbato la Coppa Italia: da quando è iniziato il clamoroso ciclo quinquennale è la terza finale in cinque anni. E questa sera aggredirà la partita come se fosse il primo tito- lo dal 2011 in poi, non il de- cimo. Questione di menta- lità e smania di vincere che sa essere così totalizzante solo nei campioni autentici, di cui la rosa di Massimiliano Allegri è discretamente fornita. Insomma, la Juventus vuole questa Coppa Italia, incurante dall’abbuffata di trofei ammassati nella sempre più stretta sala coppe dello Juventus Museum e cercando di non pensare troppo alla finale che si giocherà tra sette giorni a San Siro, un fantasma che tormenta le coscienze bianconere ossessionate dalla Champions League.

COPPA E COPPA - Eppure c’è un pezzettino di Champions League anche nella finale di questa sera. Un piccolo mattone da sistemare in quel progetto nato proprio nel disastro emotivo di Monaco di Baviera, quando evaporata l’impresa si è solidificata la consapevolezza di poter competere allo stesso livello con le grandi d’Europa. La Juventus oggi pensa alla Champions come una concreta possibilità e se nessuno si illude che possa essere meno difficile, tutti si sono spostati dalla modalità sogno a quella progetto. E questa sera Allegri vuole vincere la Coppa per proseguire in quella direzione.  [...]

LA SANREMO - Questa sera è una Sanremo e Allegri vuole educare l’attitudine (se non proprio l’abitudine) a vincere dei suoi a sparare tutto in novanta minuti. Con Allegri la Juventus ha compiuto notevoli passi avanti ma, al di là della finale contro il mostruoso Barcellona che fa una storia a sé, restano momenti bui, cali di tensione che in una competizione come la Champions League si possono pagare carissimi. La non-partita contro il Siviglia, giocata svogliatamente e sciaguratamente persa, ha condizionato il sorteggio mettendo davanti ai bianconeri il Bayern Monaco invece che, per dire, la Dinamo Kiev.  [...]

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L’AVVERSARIO PEGGIORE - La partita contro il Milan di questa sera è un banco di prova ideale: c’è un trofeo in palio, un trofeo che la squadra e la società hanno dimostrato di volere fortemente, e c’è un avversario sulla carta più debole, molto più debole. Poi c’è un altro avversario, invisibile e non presente su nessun tabellino di presentazione: il calo di tensione, il momento di distrazione, l’attimo fatale. In una finale, in una qualsiasi partita secca, può ba- stare a perdere e la Juven- tus deve imparare proprio questa lezione e applicarla nel corso dei prossimi mesi in Europa. La sfida dell’Olimpico vale il decimo trofeo del quinquennio, l’undicesima Coppa Italia della storia bianconera e un’altra notte di gioia per il popolo juventino, apparentemente mai stanco di festeggiare.[...]

LA FORMA DEL FUTURO - E’ oltretutto interessante il fatto che, per necessità o scelta, il tecnico juventino conduca questa finale-esperimento con giovani come Rugani e Lemina e seconde linee come Hernanes in squadra. La mentalità da coppa deve essere condivisa dalla rosa intera per essere ancora più solida e affidabile. Quelli come Rugani hanno una grande occasione: il futuro è sicuramente loro, questa sera iniziano a dargli una forma.

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