Cosa l’ha maggiormente impressionata alla Juve?
«Due cose completamente diverse: in primo luogo, la sala dei trofei, con 35 titoli di campionato, 2 coppe dei campioni ... Quando la si visita, ti riempie gli occhi! È eccezionale, è bellissima. Non sai nemmeno se c'è ancora spazio per mettere un nuovo trofeo. Lo troveremo comunque ... E poi, c'è anche il carico di lavoro. Impressionante. In generale, io mi riposo un po' tra gli allenamenti, ma non è di casa, qui. Basta trascorrere una settimana per capire perché la Juve ottiene risultati (6 titoli di campionato in fila e 2 finali di Champions League in 3 anni). Il personale è numeroso, ognuno conosce perfettamente il proprio compito. È clinico, chirurgico, e niente è lasciato al caso. Non c'è spazio per chi non ha voglia, in questo club. La sua reputazione del rigore non è usurpata, lo posso ben dire.. Al mio arrivo mi hanno raccontato dei francesi che avevano segnato la storia del club, Platini, Zidane, Trezeguet, Deschamps o Henry. Prima di venire qui, avevo discusso con Evra e Pogba, che me ne avevano parlato molto bene. È un'istituzione carica di storia e i miei connazionali hanno fatto cose molto buone. Spero, a mia volta, di lasciare il segno e di entrare nella storia della Juve».