Tardelli, la Juventus senza leader e l'avversario personale di Allegri

L’ex bianconero prima della sfida decisiva di Europa League contro il Siviglia: “Max, inventati qualcosa. Vlahovic? Le qualità non si discutono”

Marco Tardelli, che avversario è oggi il Siviglia per la Juventus?

«L’abbiamo già visto a Torino. Una squadra forte, che gioca a calcio e che sul suo campo si trasforma. Ma sono fiducioso. Ci sono dei momenti nel calcio in cui, quando sembra che tutto sia perso, succede qualcosa che cambia la partita, che riaccende la speranza. Sembrava fosse finita per la Juventus e invece al 97’ Gatti è riuscito a cambiare tutto. Un gol che mi dà fiducia…».

Che cosa deve fare la Juventus per raggiungere Budapest?

«Deve giocare bene a calcio come il suo avversario».

Difficile con Allegri...

«Bisogna inventarsi qualcosa qualche volta in partita…».

Chi è “l’Avversario” di Allegri?

«Sono i tifosi… (ride, ndr). Credo che Allegri abbia questo calcio in testa da sempre. Il suo avversario è il non volersi evolversi, non volere cambiare. Invece a volte è necessario. Ma devi avere anche l’aiuto totale dei giocatori o avere quelli giusti per farlo…».

E lui li ha?

«In questo momento Allegri non ha un leader in campo. Per fare un certo tipo di gioco devi avere un giocatore in grado di esserlo, di prendersi responsabilità, di far girare la squadra. La Juventus è stata bella quando c’era Pirlo, quando c’erano certi campioni».

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Chi poteva essere il leader in questa Juventus?

«Avrebbe dovuto esserlo Vlahovic».

Ci si doveva aspettare di più?

«In questo momento il suo “avversario” sono gli infortuni. La pubalgia lo ha condizionato, ma le qualità non si discutono…».

E Pogba?

«Essere leader non significa solo giocare bene una partita. Essere leader significa esserlo in campo e nello spogliatoio. Devi essere riconosciuto dai tuoi compagni come tale. Prima c’era Chiellini, poi in parte Bonucci. Poi quando la fisicità non ti aiuta più è difficile rimanere leader. Diciamo che i leader c’erano, adesso non ci sono più…».

A Siviglia con Vlahovic o Milik?

«Una domanda per Allegri. Per me sono due giocatori che possono sempre cambiare la partita. Ma non insieme però…».

Poi su chi punta?

«Su Chiesa e Di Maria, i migliori della Juventus sulla carta. La loro assenza è pesata anche a Vlahovic».

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Vincere l’Europa League sarebbe un premio di consolazione?

«Sarebbe un premio importante. Vincere la finale e arrivare secondi in campionato sarebbe un bel risultato».

E Allegri ha già giocato due finali con la Juventus…

«Allegri per me è sempre una garanzia. Un allenatore un po’ diverso dagli altri, sempre troppo criticato. Ha avuto tanti problemi: dai punti di penalizzazione agli infortuni. Ricordiamoci però che Allegri è solo. Non ci sono altri uomini di calcio alla Juventus. Deve fare tutto lui senza un appoggio. Ma è riuscito a tenere il gruppo unito. E questo è un grande merito».

Avanti con Allegri allenatore?

«Per me Allegri è un ottimo allenatore, non vedo perché cambiare».

La convincono i giovani?

«Stanno crescendo bene. Mi piace Illing Jr, ma bisogna stare attenti nei giudizi. Nel calcio di oggi sono tutti fenomeni dopo qualche partita. Invece bisogna aspettare quando la pressione sale. È lì che si capisce di che pasta sei fatto…».

Serve qualche altro rinforzo per tornare a vincere?

«Dipende da come tornano i giocatori oggi assenti. Se ritrova Pogba, Vlahovic, Chiesa, allora il mercato cambia. Deve sistemare un po’ la difesa e trovare un leader a centrocampo». Già un leader…

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Marco Tardelli, che avversario è oggi il Siviglia per la Juventus?

«L’abbiamo già visto a Torino. Una squadra forte, che gioca a calcio e che sul suo campo si trasforma. Ma sono fiducioso. Ci sono dei momenti nel calcio in cui, quando sembra che tutto sia perso, succede qualcosa che cambia la partita, che riaccende la speranza. Sembrava fosse finita per la Juventus e invece al 97’ Gatti è riuscito a cambiare tutto. Un gol che mi dà fiducia…».

Che cosa deve fare la Juventus per raggiungere Budapest?

«Deve giocare bene a calcio come il suo avversario».

Difficile con Allegri...

«Bisogna inventarsi qualcosa qualche volta in partita…».

Chi è “l’Avversario” di Allegri?

«Sono i tifosi… (ride, ndr). Credo che Allegri abbia questo calcio in testa da sempre. Il suo avversario è il non volersi evolversi, non volere cambiare. Invece a volte è necessario. Ma devi avere anche l’aiuto totale dei giocatori o avere quelli giusti per farlo…».

E lui li ha?

«In questo momento Allegri non ha un leader in campo. Per fare un certo tipo di gioco devi avere un giocatore in grado di esserlo, di prendersi responsabilità, di far girare la squadra. La Juventus è stata bella quando c’era Pirlo, quando c’erano certi campioni».

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