Bremer, numeri da Sergio Ramos: perché la Juve lo valuta quanto un bomber

Sempre in campo e fresco di rinnovo: in bianconero è l’erede di Chiellini. E sul mercato...

Il segreto, forse, si annida proprio lì, tra l’arguzia e l’ironia di cui sono cariche le considerazioni di Max Allegri: «Quest’anno sembra pure più alto». La freccia carica d’ambrosia scoccata qualche settimana fa dal tecnico bianconero ha per bersaglio Gleison Bremer, gigante nella finora giganteggiante stagione della Juventus. L’ultimo grande investimento sul mercato operato alla Continassa non sta tradendo le attese e, a un anno e mezzo dal salto di sponda del Po, dal granata al bianconero, il brasiliano è ormai una certezza dello scacchiere di Allegri. Una certezza lì dietro e una certezza là davanti.

Juve, la fabbrica del clean sheet

Il punto nevralgico nelle prestazioni del 26enne bahiano resta l’apporto difensivo, esaltato da chili e centimetri con cui tiene le punte avversarie a debita distanza dalla porta bianconera e sublimato dalle letture con cui gioca d’anticipo e prende sul tempo i dirimpettai. Qualità che finora hanno concorso a fare di quella guidata da capitan Danilo la retroguardia con più clean sheet della Serie A.

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Bremer e il contributo offensivo

Già, ma la grandezza di Bremer non finisce lì, nell’area di rigore difensiva o nei più immediati paraggi. Perché il brasiliano, tre gettoni in maglia verdeoro da quando è approdato alla Juventus, «sembra più alto» (cit.) anche ottanta metri più avanti, nell’area avversaria.

Dove svetta e incorna che è un piacere. Il suo primo centro in campionato risale al 30 novembre 2019, in un Genoa-Torino risolto proprio da lui, l’ultimo a quattro giorni fa, con il punto esclamativo al rotondo successo bianconero a Lecce: in tutto, in queste quattro stagioni e mezza, Bremer ha gonfiato la rete ben 17 volte. Per una media, molto poco “difensiva”, di un gol ogni 8 partite, avendo nel frattempo collezionato 137 apparizioni tra Torino e Juventus. E il dato resta eclatante anche ampliando l’orizzonte oltre al campionato nostrano, in cui nessun centrale è stato in grado di fronteggiare il ragazzo di Itapitanga nel fondamentale: nei cinque maggiori campionati europei, nel medesimo lasso di tempo, il solo Sergio Ramos (con Real, Psg e Siviglia) ha saputo fare di meglio. Segnando una rete in più, quindi 18, ma potendo a tratti beneficiare dello status di rigorista. Non un dettaglio per inquadrare in maniera limpida la vicenda.

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Bremer, l'eredità di Chiellini

A suon di ripiegamenti difensivi e di incornate offensive, insomma, il brasiliano di Chiellini non ha raccolto soltanto il numero di maglia, ma anche una discreta fetta (il rischio di blasfemia è ancora dietro l’angolo...) di eredità. Al punto da essere diventato pedina insostituibile nella testa di Allegri, e non soltanto per modo di dire: 21 gettoni su 21 gare in campionato e una sola sostituzione negli ultimi 6’ della sfida di Bergamo, per via di qualche crampo galeotto ai flessori. Risultato? Finora è rimasto in campo per 1884’, meglio di lui in Serie A soltanto Perez all’Udinese e Luperto all’Empoli, con en plein a quota 1890, tra i giocatori di movimento.

Juventus, il contratto di Bremer

Una statistica che permette di comprendere meglio il recente rinnovo di contratto, che ha portato la scadenza dell’accordo con il club dal 2027 al 2028, a fronte di una conferma del ricco ingaggio da 5 milioni a stagione più bonus. Stipendio importante ieri e ancor di più domani, nell’ottica di un processo di razionalizzazione dei costi tuttora in corso alla Continassa.

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Sirene inglesi per Bremer?

Il prolungamento ha rinsaldato il rapporto, già piuttosto solido di per sé, tra le parti, rafforzando nell’evenienza la posizione della Juventus sul mercato. Già, perché è impensabile che gli occhi della facoltosa Premier League non si posino (anche) su Bremer. E infatti lì aveva già puntato il proprio radar, la scorsa estate, il Tottenham, corso poi ai ripari nella sessione invernale con l’ingaggio dell’ex bianconero Dragusin.

Alla Continassa non c’è alcuna volontà di monetizzare la più solida certezza della retroguardia di Allegri, ma al contempo vige la consapevolezza che – in questo momento storico – ogni giocatore ha un prezzo. Quello di Bremer, se non altro, è decisamente importante. L’investimento dell’estate 2022, circa 50 milioni tra parte fissa, bonus e oneri accessori, era stato giudicato da qualcuno come eccessivo e fuori misura per un giocatore così. Ma oggi il valore del brasiliano è anche superiore.

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Il segreto, forse, si annida proprio lì, tra l’arguzia e l’ironia di cui sono cariche le considerazioni di Max Allegri: «Quest’anno sembra pure più alto». La freccia carica d’ambrosia scoccata qualche settimana fa dal tecnico bianconero ha per bersaglio Gleison Bremer, gigante nella finora giganteggiante stagione della Juventus. L’ultimo grande investimento sul mercato operato alla Continassa non sta tradendo le attese e, a un anno e mezzo dal salto di sponda del Po, dal granata al bianconero, il brasiliano è ormai una certezza dello scacchiere di Allegri. Una certezza lì dietro e una certezza là davanti.

Juve, la fabbrica del clean sheet

Il punto nevralgico nelle prestazioni del 26enne bahiano resta l’apporto difensivo, esaltato da chili e centimetri con cui tiene le punte avversarie a debita distanza dalla porta bianconera e sublimato dalle letture con cui gioca d’anticipo e prende sul tempo i dirimpettai. Qualità che finora hanno concorso a fare di quella guidata da capitan Danilo la retroguardia con più clean sheet della Serie A.

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