Montero e il debutto nella Juve U19 del figlio Alfonso
Montero, ai microfoni del club, ha voluto innanzitutto analizzare l'andamento della gara: "Ci siamo tirati un po’ indietro nel secondo tempo, era normale che loro venissero fuori visto che stavano perdendo e dovevano cercare di rimettere in piedi il risultato. Se fossimo riusciti a essere più concreti in ripartenza, in alcune transizioni di gioco, saremmo riusciti a essere più pericolosi. Dobbiamo lavorare su questi aspetti e migliorare. Ciò non toglie che siamo contenti della prestazione della squadra, del senso di appartenenza mostrato, del gioco corale che viene espresso: sono felice quando il migliore in campo è il gruppo, perché vuol dire che si riesce a giocare insieme".
E ancora: "Il nostro obiettivo è proseguire lungo questa strada e continuare a migliorare. Anghelé ha avuto l’opportunità di lavorare in Next Gen al fianco dei professionisti: è più maturo e il fatto di aver condiviso il campo con calciatori di 25-30 anni è utile perché ti permette di avere un miglior posizionamento, è una cosa che ti fa crescere più velocemente. Per questo motivo è stata creata la Next Gen, per garantire ai ragazzi un ulteriore step di crescita per arrivare in prima squadra. Essersi confrontato con gli uomini presenti in quello spogliatoio lo ha sicuramente aiutato". E su Alfonso Montero?: "Di lui invece preferisco non parlare, il motivo è semplice: è mio figlio, siamo partiti da una nazione piccolissima. Dobbiamo solo essere grati dell’occasione che ci è capitata e che la Juventus ci sta permettendo di vivere". Poche parole, tanti fatti: in pieno stile Montero.