L’ambiente Juve in ansia e le mosse di Allegri: si va verso la stessa direzione

Il quinto posto non è ancora blindato, martedì c’è l’obbligo di andare in finale: Max non cambia

A buon senso, il 2-0 con cui la Juventus martedì si presenta all’Olimpico per affrontare la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Lazio può rappresentare un vantaggio anche psicologico, ma la squadra di Massimiliano Allegri ha abituato i tifosi che quest’anno non esistono certezze e non c’è nulla di scontato, sorprendendo per risultati, gioco e approcci sbagliati. Dodici punti raccolti nelle ultime dodici partite di campionato è un percorso da retrocessione più che da aspirante campione, in corsa per vincere un titolo - la Coppa Italia - e qualificarsi per la prossima Champions che vedrà ben 5 (ma potrebbero anche essere sei) squadre italiane.

Perin titolare con la Lazio

Non stupisce quindi una certa ansia che attanaglia l’ambiente bianconero in vista di martedì: la sfida è di vitale importanza per arrivare in finale e salvare la stagione provando a riportare, dopo due anni di digiuno, un’altra Coppa nella sala dei trofei al JMuseum. La squadra di Tudor, che in panchina ha esordito proprio battendo la Juventus in campionato all’Olimpico, non ha però intenzione di essere l’agnello sacrificale, ma cercherà di ribaltarla con una prova di carattere. Lo stesso carattere che dovranno mettere in campo Danilo e compagni: il 2-0 di inizio aprile ha illuso perché si pensava che quella vittoria potesse essere il segnale della svolta, del ritorno al sereno, ma così non è stato. Se dopo il primo tempo di Cagliari Allegri avrebbe voluto cambiare tutti e undici i suoi giocatori in campo, martedì in Coppa Italia almeno due pedine diverse sono sicure: in porta con Mattia Perin, titolare nella seconda competizione nazionale, e in difesa al posto dello squalificato Gatti.

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La formazione di Allegri

Allegri non ha ancora deciso chi tra Rugani e Alex Sandro lo sostituirà: aspetta l’allenamento di stamattina e la rifinitura di domani per sciogliere i dubbi. Dovrebbero essere intoccabili Bremer e Danilo, a completare il reparto arretrato. Altrettanto scontata dovrebbe essere la coppia d’attacco con i protagonisti del 2-0 dell’andata, Dusan Vlahovic e Federico Chiesa, anche se l’Yildiz visto all’Unipol Domus, inserito dopo l’intervallo al posto di Alcaraz, meriterebbe sicuramente più spazio perché il suo ingresso ha dato la scossa e propiziato la rimonta. Però la sfida dell’Olimpico è diversa rispetto a quella di Cagliari: la Lazio dovrà fare la partita martedì e Chiesa, rispetto al turco, ha le caratteristiche del contropiedista, capace di sfruttare il campo largo in cui correre in ripartenza. A centrocampo, invece, rientrerà tra i titolari McKennie, che a Cagliari è subentrato soltanto nella ripresa, con Cambiaso che dovrebbe tornare a fare l’esterno destro e Kostic, rimasto in panchina sabato sera, a coprire la corsia di sinistra.

Locatelli in cabina di regia e Rabiot mezzala sinistra dovrebbero completare l’undici, ma da loro due, come da tutta la squadra, ci si aspetta ben altro impatto se la Juventus vuole agguantare la finale. Per Roma tornerà tra i convocato Miretti mentre soltanto oggi si saprà se anche Kean ha smaltito l’infortunio. Il pari di Cagliari ha rallentato la corsa Champions della Juventus, con la qualificazione che diventa vitale per il bilancio bianconero, ma la giornata di campionato riserva uno scontro diretto tra le pretendenti (Roma-Bologna lunedì) e forse anche il Milan, impegnato nel derby, potrebbe non incamerare punti. Se la Juventus cambiasse però marcia potrebbe avere quanto prima la certezza aritmetica e poi tentare di insidiare ai rossoneri il secondo posto in classifica. Perché andare in Champions da terza o quarta in classifica salverebbe la stagione, ma non la faccia. 

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A buon senso, il 2-0 con cui la Juventus martedì si presenta all’Olimpico per affrontare la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Lazio può rappresentare un vantaggio anche psicologico, ma la squadra di Massimiliano Allegri ha abituato i tifosi che quest’anno non esistono certezze e non c’è nulla di scontato, sorprendendo per risultati, gioco e approcci sbagliati. Dodici punti raccolti nelle ultime dodici partite di campionato è un percorso da retrocessione più che da aspirante campione, in corsa per vincere un titolo - la Coppa Italia - e qualificarsi per la prossima Champions che vedrà ben 5 (ma potrebbero anche essere sei) squadre italiane.

Perin titolare con la Lazio

Non stupisce quindi una certa ansia che attanaglia l’ambiente bianconero in vista di martedì: la sfida è di vitale importanza per arrivare in finale e salvare la stagione provando a riportare, dopo due anni di digiuno, un’altra Coppa nella sala dei trofei al JMuseum. La squadra di Tudor, che in panchina ha esordito proprio battendo la Juventus in campionato all’Olimpico, non ha però intenzione di essere l’agnello sacrificale, ma cercherà di ribaltarla con una prova di carattere. Lo stesso carattere che dovranno mettere in campo Danilo e compagni: il 2-0 di inizio aprile ha illuso perché si pensava che quella vittoria potesse essere il segnale della svolta, del ritorno al sereno, ma così non è stato. Se dopo il primo tempo di Cagliari Allegri avrebbe voluto cambiare tutti e undici i suoi giocatori in campo, martedì in Coppa Italia almeno due pedine diverse sono sicure: in porta con Mattia Perin, titolare nella seconda competizione nazionale, e in difesa al posto dello squalificato Gatti.

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