Cosa pensa della vicenda di Susie Stoddart, l’ultima donna a guidare una F1 e moglie di Toto Wolff organizzatrice della F1 Academy per donne, accusata dalla Fia?
"Una brutta storia, ma l’Academy non la seguo. Penso sia una bella iniziativa per includere di più le donne, ma la seguirò solo quando vedrò che la vincitrice finisce davvero in F1. A me i campionati per sole donne non piacciono. Al volante se sei uomo o donna non cambia nulla. L’unica differenza che si vede è se sai guidare o non sai guidare".
Lo fa in Arabia, paese che ha dato la patente alla donne solo cinque anni fa e dove non potete entrare negli stadi…
"Mi piacerebbe dire tante cose su questo, però non posso rispondere. È meglio così".
Ha paura di ripercussioni?
"No. Alla fine non sono a casa mia, ma ospite di un Paese e devo rispettare le loro tradizioni e il loro culto anche se la situazione non è facile. Non metto il velo, quello no, neppure quando tolgo il casco. Ma quando devo andare a mangiare un hamburger da McDonalds devo entrare anch’io dalla porta riservata alle donne".
Correre con la scritta OnlyFans sulla macchina è un atto di ribellione?
"Qui non sanno neppure cosa sia, è bandito. OnlyFans ha creduto in me e mi aiuta da due anni. Nell’immaginario collettivo è un social sessuale, una cosa che mi infastidisce parecchio. Nei miei profili social non troverete una foto che non sia nel contesto racing. Ogni giorno posto foto, video, resoconti. E sempre più atleti hanno capito che OnlyFans ti permette di essere più in contatto con la tua community. Che è poi è il mondo dove voglio arrivare. Adesso però scusate, ma mi aspetta l’asado preparato al bivacco dagli argentini…".