C'è qualcosa di straordinariamente esaltante e di magico nell'Insalatiera che occhieggia Sinner quando Jannik le passa e ripassa davanti, al Palacio de Deportes in Malaga, prima che il gioco contro Djokovic riprenda. C'è, anche in Coppa Davis, la consacrazione del Fenomeno Azzurro che, per la seconda volta in undici giorni, batte il Fenomeno N.1 e lo supera al termine di una partita epica, indimenticabile, meravigliosa. Nessun aggettivo risulta eccessivo per celebrare l'impresa del Golden Boy dello sport italiano. Dalla settimana d'oro di Torino a quest'altra in Andalusia: sono giorni senza fiato per il nostro tennis e siamo davvero fortunati a viverli, soggiogati dalla grandezza di un campione che ci sta facendo impazzire. Di certo perché, due volte su tre Sinner sconfigge in singolare il Marziano, 400 settimane e otto stagioni da leader della classifica mondiale, sette volte campione delle Atp Finals, autentico mostro di longevità agonistica, incurante dei suoi 37 anni. Non pago, poco dopo Jannik torna in campo con Sonego, suo gemello diverso e, di nuovo, ribatte Djokovic nel doppio, portando l'Italia in finale di Coppa Davis venticinque anni dopo l'ultima volta e quarantasette anni dopo il trionfo in Cile.
Dopo Malaga, nulla sarà più come prima
Sinner non ha conquistato tutti soltanto perché vince. La verità è sotto gli occhi di tutti: ha stregato l'Italia perché è unico nel suo genere, perché è diventato un personaggio senza essere un personaggio, per il modo in cui gioca e galvanizza l'intera squadra, caricandosela sulle spalle con la disinvoltura del veterano e la grinta di chi non si arrende mai, sino all'ultimo respiro. Nemmeno quando Djokovic ha a disposizione tre match point e la Serbia è già convinta di festeggiare l'ingresso in finale. Quel pugno levato al cielo ogniqualvolta fulmina Nole con un ace o firma un punto di plastica bellezza, è il segno distintivo della Volpe Rossa. Panatta dixit: "Diventerà Il Numero Uno". Quando, lo stabilirà lui, ma è una mera questione di tempo. L'Effetto Sinner cambia la dimensione del tennis italiano e cambierà le gerarchie del tennis mondiale. Dopo Malaga, nulla sarà più come prima. Il merito assoluto va al ventiduenne altoatesino, vero uomo squadra in Coppa Davis, in perfetta sintonia con il capitano non giocatore, Filippo Volandri.