Nibali chiude proprio la sua storia gloriosa
Strade che si intrecciano, campioni che compiono il proprio destino. Ci sono gare che vanno oltre il chilometraggio e si stagliano in una dimensione superiore, ancor prima di essere corse. Il Giro di Lombardia di oggi rientra in questa categoria. Vincenzo Nibali, nella Monumento più amata, dà l’addio al ciclismo. Lo aveva annunciato durante l’ultimo Giro d’Italia, nella sua Sicilia. Nel suo Lombardia, già vinto nel 2015 e nel 2017, andrà per l’ultima volta a caccia di un giorno speciale. Lo Squalo chiude una carriera da immortale, celebrata e riassunta con i colori più amati dalla bici che Wilier-Triestina ha pensato per l’occasione: dall’azzurro della Nazionale al giallo del Tour vinto nel 2014, passando per il rosa dei due Giri e il rosso della Vuelta che nel 2010 sancì l’inizio della sua leggenda. Sarà l’ultima volta pure per Alejandro Valverde, il murciano della Movistar che da anni condivide con Nibali sogni e obiettivi. Sempre rivali, spesso litiganti (vedi il Mondiale di Firenze 2013), mai nemici. Il rispetto che li unisce li ha portati insieme dalla Vuelta alle classiche d’autunno italiane, affrontate con coraggio e piazzamenti di tutto rispetto. Il loro ultimo ballo si mescola con il primo confronto tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar dalla premiazione del Tour de France agli Champs-Élysées dello scorso 24 luglio. La maglia gialla danese ha ripreso confidenza con salite e vittorie al Giro di Croazia, lo sloveno ha scelto i Mondiali australiani e l’Italia per lanciarsi verso la Monumento in cui si impose 12 mesi fa su Fausto Masnada. Altri possibili protagonisti Enric Mas, Adam Yates, Daniel Felipe Martinez, Aleksandr Vlasov, Romain Bardet e Matej Mohoric. Da Bergamo a Como, 253 km con finale da brividi: dalla Madonna del Ghisallo (a 60 dal traguardo) ogni momento può essere decisivo, con le due ascese al San Fermo intervallate dal Civiglio.