Golf, Molinari: "Vincere è difficile, riconfermarsi lo è ancora di più"

Il golfista racconta il culmine del suo successo nel 2018 e gli ultimi anni complicati della sua carriera
Golf, Molinari: "Vincere è difficile, riconfermarsi lo è ancora di più"© Getty Images

Dal trionfo alle difficoltà, dalle vittorie agli insuccessi, dal The Open al The Open. Francesco Molinari riavvolge il nastro raccontandosi in un'intervista rilasciata all'ANSA. Da quando nel 2018 a Carnoustie, in Scozia, si affermò come primo italiano a vincere un Major, quello più antico al mondo, e ad alzare al cielo la Claret Jug. "Porto dentro di me ricordi bellissimi, indelebili. Mai avrei immaginato di poter vincere e invece, colpo dopo colpo, mi sono creato l'opportunità. Ricordo la sfida con Tiger, il vento, l'impresa. Fu un'apoteosi",  dice Chicco a due giorni dal via della 150esima edizione del The Open, in programma all'Old Course di St. Andrews, in Scozia. Quell'exploit fu il culmine del suo anno d'oro che lo portò poi a trascinare il team Europe alla Ryder Cup di Parigi. Dopo il The Masters, nell'aprile 2019 in cui ha sfiorato il capolavoro, tutto è però tragicamente cambiato. Nessuna vittoria, molte difficoltà, tra trasferimenti (da Londra a Los Angeles), infortuni e rinunce, come quella di saltare i Giochi di Tokyo. "Vincere è difficile, riconfermarsi lo è ancora di più", spiega il torinese. "Rimanere a livelli altissimi è complicato. Ho vissuto momenti magici, ora cerco costanza di rendimento. Mi manca un po' di fiducia in me stesso e anche a livello tecnico non sono al top. Sto provando a ritrovare serenità ed equilibrio, ma anche continuità".

Il The Open per provare a tornare a sognare, nella culla del golf, St. Andrews. "Questo è un luogo magico, che vive intorno al golf. Il campo è antico e il vento può fare la differenza. Se dovesse alzarsi, sarà un test complicato. Al contrario, se dovesse calare diventerà tutto più semplice. Le condizioni metereologiche possono incidere". All'Old Course, il piemontese ritrova il suo idolo: Tiger Woods. Quel fenomeno intramontabile che Molinari sconfisse proprio a Carnoustie nel 2018 e poi alla Ryder di Parigi in tre incontri di doppio. Con il californiano che si prese quindi la rivincita ad Augusta nel 2019. "Woods è il golf - ammette sicuro Molinari - e per quello che è, la carriera che ha fatto, nessuno lo può escludere dalla lista dei possibili vincitori. Detto questo, arriva da un periodo complicato, con un infortunio tremendo alla gamba destra. Leggere la sua situazione da fuori è difficile. Il campo si adatta bene alle sue caratteristiche ma restano le incognite sulla condizione fisica".

Molinari dice la sua anche sull'avanzata economica della Superlega e le polemiche che coinvolgono PGA Tour e DP World Tour. "Sono d'accordo con Rory McIlroy quando dice che questa vicenda sta creando tensioni e animosità che mai c'erano state prima nel mondo del golf. Spero davvero che si possa trovare una soluzione e non intendo giudicare nessuno. Capisco da professionista quanto non sia facile accettare le lusinghe della LIV Golf compromettendone la carriera. E' deprecabile vedere da dove arrivino quei soldi, seppur viviamo in un mondo dove il denaro la fa da padrona. Al contempo però non mi sento di criticare chi accetta offerte che appaiono irrinunciabili. Detto questo, io non ho avuto al momento alcun contatto con la Superlega araba e sarei felice se l'attenzione rimanesse solo sul golf giocato". 

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