Quale?
«Ho visto la stessa sciata in Brignone e Goggia, che ha fatto e sta facendo grandi progressi tecnici sotto questo punto di vista. Federica e Sofia sono dei trattori, nel senso che sono sempre con le ruote sulla neve e in trazione, sempre attive sul terreno, non si fanno sbattere a destra e sinistra».
Come si vedeva negli azzurri sulla Gran Risa...
«La dimostrazione che servono le qualità, ma anche la giusta attitudine e voglia di lavorare per continuare a migliorare. La chiave dello sci moderno è la stabilità. Prendete la Shiffrin... Lei ha anni scia con i piedi sotto, come si dice. Non li allontana dal corpo, non s’inclina».
Nonostante il momendo magico di Brignone e Goggia sembra avere la Coppa già in mano.
«Oltre alle qualità tecniche e motivazionali, oltre a una squadra dietro che lavora per lei, Mikaela ha trovato serenità con una situazione sentimentale che l’aiuta in tutto. Star bene ti aiuta ad allenarti meglio. E poi lavorare in estate e autunno con Kilde le ha dato una marcia in più. D’altronde lo diceva sempre anche la Vonn, che voleva allenarsi e confrontarsi il più possibile con gli uomini. E questa è un’altra cosa che non capisco dell’Italsci».
Ovvero?
«Siamo in crisi nel gigante? Perché non organizzano allenamenti con Brignone, Bassino, Goggia? Deborah (Compagnoni, ndr) si allenava con Alberto (Tomba) allo Stelvio. Secondo me ora servirebbe più ai ragazzi. Lo dico: credo che Federica in un giro con il cronometro non prenderebbe così tanto dai nostri ragazzi...».
Così pessimista?
«Secondo me è un dato di fatto. Prendete Della Vite. Mi piace un sacco, ma in squadra gli manca il confronto con un livello superiore. E di bravi ne abbiamo pochi, troppo pochi».