Milan scippato: Rosetti, basta con questi arbitri

Milan scippato: Rosetti, basta con questi arbitri© /Ag. Aldo Liverani Sas

«Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». Non sappiamo se Agatha Christie sia fra le autrici preferite di Roberto Rosetti, presidente della commissione arbitri Uefa nonché pioniere del Var in Italia dal lontano 2016 e della Fifa ai mondiali 2018. Sappiamo che sarebbe ora Rosetti la smettesse di mandare in giro a far più danni della grandine il signor Cuneyt Cakir. Quando arbitra lui, che giochi la Nazionale o in campo ci siano i club, il calcio italiano viene preso a legnate. La causa? I marchiani, ripetuti errori del quarantaquattrenne assicuratore turco. E non è una mera questione di numeri: su 32 partite tricolori, 18 sconfitte, 4 pareggi e solo 10 vittorie. La disastrosa direzione di San Siro è costata al Milan una sconfitta immeritata, ingiusta, indegna ed è stata aggravata dal signor Bitigen, addetto al Var: evidentemente, egli non è stato da meno del collega. Dopo avere battuto il Milan grazie al rigore che non c’era, con la franchezza che lo contraddistingue, Diego Simeone ha affermato: «Se fossi stato nei panni di Pioli, l’avrei pensata proprio come lui». Viva la sincerità. La domanda a Rosetti, anzi le due domande sono semplici: 1) perché, nonostante i torti inflitti negli anni al Milan, al Napoli, alla Juve, alla Roma, alla Nazionale, Cakir arbitra ancora partite di livello internazionale e continua a essere designato? 2) Perché Bitigen, l’uomo Var a San Siro, non è intervenuto per evitare al turco un errore sesquipedale televisto in mondovisione? Cakir ha diretto 53 partite di Champions, fra le quali una finale e sei semifinali: non paga dei suoi errori, l’Uefa l’ha pure mandato in campo in tre edizioni degli Europei, designandolo per complessive nove partite, record assoluto. Tutto questo basta e avanza perché il signore turco possa finalmente godere di un meritato riposo, possibilmente da trascorrere vedendo e rivedendo alla moviola il braccio sinistro di Lemar che tocca volontariamente il pallone e lo manda a sbattere su Kalulu. Che il cammino delle squadre italiane in Europa sia lastricato di ostacoli, è assodato, non foss’altro perché l’ultima Champions vinta dal nostro calcio sia datata 2010 (l’Inter di Mourinho) e addirittura al 1999 risalga l’ultimo trionfo in Europa League che all’epoca si chiamava Coppa Uefa e venne conquistata dal Parma allenato da Malesani. Nessuno chiede né favori né favoritismi, ma di giocare in undici contro undici. Forza Milan, non abbatterti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...