Nuovo fair play finanziario: un tetto a spese e stipendi

La regola chiave: i costi dei club non dovranno superare il 70% rispetto ai ricavi. Riforma a pieno regime dal 2025
Nuovo fair play finanziario: un tetto a spese e stipendi© EPA

TORINO - Il “numero magico” è 70 (%): il limite dei costi complessivi legati a stipendi, spese per mercato e agenti in rapporto ai ricavi. È l’essenza del nuovo Regolamento Uefa in materia di licenze per club e sostenibilità finanziaria, approvato ieri a Nyon dal Comitato Esecutivo. Ci sarà un’attuazione graduale nell’arco di tre anni, visto che il 70% definitivo entrerà a regime nel 2025 con questa progressione: 90% per il 2023-24, 80% per il 2024-25 e 70% per il 2025- 26. Una riforma che il presidente Aleksander Ceferin ha spiegato così: «La più grande innovazione è la norma che regolarizza i costi di gestione della squadra al fine di portare un migliore controllo delle spese in relazione ai salari dei giocatori e ai costi per i trasferimenti. La normativa limita la spesa per gli stipendi, per i trasferimenti e per le commissioni degli agenti al 70% delle entrate del club. Le valutazioni saranno eseguite su base tempestiva e le violazioni comporteranno sanzioni finanziarie predefinite e misure sportive. L’obiettivo della sostenibilità finanziaria sarà raggiunto attraverso tre pilastri chiave: solvibilità, stabilità e controllo dei costi».

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Grande attenzione nei confronti dei debiti (l’elemento che negli scorsi anni ha fatto saltare reiteratamente la licenza Uefa a qualche club italiano in particolare): per quanto riguarda la solvibilità, la nuova regola sulle posizioni debitorie scadute (verso club, dipendenti, autorità sociali/fiscali e la Uefa) assicurerà una tutela migliore dei creditori. I controlli saranno eseguiti ogni trimestre e ci sarà meno tolleranza verso i morosi.

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