Ventrone, il ricordo di Capello e Castellacci: "Sempre avanti, una pugnalata"

Il tecnico provato dalla notizia: "La sua scomparsa è stata un dolore fortissimo, ci sentivamo spesso". E il medico della Nazionale sottolinea la sua grande preparazione scientifica

"Ho saputo questa mattina della scompagna di Gian Piero Ventrone: si è sentito male e se n'è andato in un attimo. Purtroppo, la leucemia fulminante non lascia scampo. Ho un bel ricordo di lui. Quando viene a mancare qualcuno si dice sempre: 'ci mancherà'. Lui, però, ci mancherà veramente, non per modo di dire". Così, all'ANSA, il professore Enrico Castellacci, capo dello staff sanitario della Nazionale azzurra di calcio campione del mondo nel 2006, ricorda Gian Piero Ventrone.

"Lo chiamavano il 'marine', in Cina abbiamo trascorso tanto tempo assieme, soprattutto durante il periodo del Covid - aggiunge -. Lo conoscevo molto bene e lo apprezzavo molto, per la sua meticolosità e la grande professionalità. Portava con sé valori militari, come un innato senso dell'onore e della disciplina. Del resto, militare lo era stato veramente. A tavola si scherzava e lui ci faceva sentire sempre l'inno dei berretti verdi. Era all'avanguardia, studiava sempre: gli chiedevo 'cosa fai?', magari avevamo la mattinata libera, e lui 'devo studiare'. Però, alla fine, dava gli imput giusti. I calciatori lo sentivano, con quel piglio particolare da marine. Antonio Conte ha sempre visto in lui la figura del grande preparatore. La sua figura ci mancherà realmente. Mi sembra talmente strano che non ci sia più, con quel suo sorriso. E poi, era uno che ci teneva alla dieta e al fisico; non fumava, mi diceva spesso di controllarlo. Era un fanatico della propria salute. Ma, di fronte a una leucemia così cattiva e invasiva, c'è nulla da fare".

Capello ricorda Ventrone: "Una pugnalata, ci sentivamo spesso"

Fabio Capello ha ricordato Ventrone a LaPresse: "La notizia della sua scomparsa è stata una pugnalata. È una cosa triste, un brutto momento. Ci legava tanto affetto ed amicizia per il ricordo del lavoro fatto insieme in Cina. Ci sentivamo spesso, quasi settimanalmente". I due hanno lavorato insieme nella stagione 2017/18 allo Jiangsu Suning. "Era un uomo curioso, nel lavoro ma soprattutto nella vita. Si aggiornava sempre, era uno studioso, cercava sempre il meglio - ha aggiunto l'ex tecnico di JuveMilan e Roma -. Un ricordo dell'esperienza in Cina? L'emozione che ha provato quando è venuto a trovarlo il figlio, è stato un momento che mi è rimasto dentro".

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