L’ultima uscita. Titolava così Tuttosport il 3 luglio: “Buffon stop. SuperGigi all’ultima uscita”. Quella definitiva dal campo, dove per quattro decenni, dagli anni Novanta del ventesimo secolo agli anni Venti del ventunesimo, Gigi Buffon ha fatto spalancare gli occhi ai tifosi propri e rivali cancellando gol che sembravano già scritti sul tabellino.
Era filtrata già allora la volontà di dire basta con il calcio, almeno giocato, perché in futuro potrebbe attenderlo una poltrona da dirigente, nel Parma o nella Juve o in Federazione.Le tre settimane trascorse intanto non sembrano aver intaccato quella volontà, nonostante nel frattempo a Buffon siano arrivate nuove offerte monstre dalla Saudi Pro League.
Buffon e le scelte di cuore
D’altra parte, per quanto abbia sempre ottenuto - giustamente - ingaggi all’altezza del suo valore, non è mai stato lo stipendio a guidare le scelte di SuperGigi e a volte non è stata neppure la gloria, almeno quella misurabile in trofei: nel 2006, a 28 anni e da protagonista decisivo nel Mondiale appena vinto dall’Italia, portiere più forte del mondo senza discussioni, avrebbe di certo potuto guadagnare e vincere di più lasciando la Juventus retrocessa in Serie B dopo Calciopoli. Non gli fecero cambiare idea allora i soldi e i trofei che i più grandi club europei avrebbero potuto dargli, non gliel’hanno fatta cambiare adesso i soldi - e in fondo anche un trofeo, perché il campionato arabo lo è pur sempre - che possono offrirgli i club della Saudi Pro League. E se per caso dovesse cambiarla - perché quell’istinto prodigioso che lo ha reso il più grande portiere di tutti i tempi lo guida spesso anche fuori dal campo - non sarebbe principalmente per i milioni arabi e nemmeno per aggiungere la Saudi Pro League a un palmarés che spazia dal campionato di Serie B al Mondiale, per un totale di 29 trofei, 31 sul campo. Sarebbe per provare un’avventura nuova e al tempo stesso continuare a sentire il gusto antico dell’adrenalina un attimo prima di lanciarsi in tuffo.