Buffon, c’è l’addio oltre l’Arabia Saudita? È pronto all’annuncio

Gigi a gennaio ha compiuto 45 anni e ha disputato 1.151 partite tra club e Nazionale. L’ex portiere della Juventus e dell’Italia, ancora in forza al Parma, ha speso i giorni vissuti con i propri cari per prendere la decisione finale
Buffon, c’è l’addio oltre l’Arabia Saudita? È pronto all’annuncio© Image Sport

L’ultima uscita. Titolava così Tuttosport il 3 luglio: “Buffon stop. SuperGigi all’ultima uscita”. Quella definitiva dal campo, dove per quattro decenni, dagli anni Novanta del ventesimo secolo agli anni Venti del ventunesimo, Gigi Buffon ha fatto spalancare gli occhi ai tifosi propri e rivali cancellando gol che sembravano già scritti sul tabellino.

Era filtrata già allora la volontà di dire basta con il calcio, almeno giocato, perché in futuro potrebbe attenderlo una poltrona da dirigente, nel Parma o nella Juve o in Federazione.Le tre settimane trascorse intanto non sembrano aver intaccato quella volontà, nonostante nel frattempo a Buffon siano arrivate nuove offerte monstre dalla Saudi Pro League.

Buffon e le scelte di cuore

D’altra parte, per quanto abbia sempre ottenuto - giustamente - ingaggi all’altezza del suo valore, non è mai stato lo stipendio a guidare le scelte di SuperGigi e a volte non è stata neppure la gloria, almeno quella misurabile in trofei: nel 2006, a 28 anni e da protagonista decisivo nel Mondiale appena vinto dall’Italia, portiere più forte del mondo senza discussioni, avrebbe di certo potuto guadagnare e vincere di più lasciando la Juventus retrocessa in Serie B dopo Calciopoli. Non gli fecero cambiare idea allora i soldi e i trofei che i più grandi club europei avrebbero potuto dargli, non gliel’hanno fatta cambiare adesso i soldi - e in fondo anche un trofeo, perché il campionato arabo lo è pur sempre - che possono offrirgli i club della Saudi Pro League. E se per caso dovesse cambiarla - perché quell’istinto prodigioso che lo ha reso il più grande portiere di tutti i tempi lo guida spesso anche fuori dal campo - non sarebbe principalmente per i milioni arabi e nemmeno per aggiungere la Saudi Pro League a un palmarés che spazia dal campionato di Serie B al Mondiale, per un totale di 29 trofei, 31 sul campo. Sarebbe per provare un’avventura nuova e al tempo stesso continuare a sentire il gusto antico dell’adrenalina un attimo prima di lanciarsi in tuffo.

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Buffon pronto ad annunciare il ritiro

Ma Buffon ha deciso di provare la nuova avventura di dedicarsi totalmente alla propria famiglia, alla compagna Ilaria D’Amico e al loro bambino Leopoldo Mattia e ai figli avuti dalla precedente compagna Alena Seredova, Louis Thomas e David Lee. L’annuncio del ritiro potrebbe arrivare già oggi, molto probabilmente senza conferenze stampa né partite d’addio, almeno nell’immediato. Ci sarà tempo per rimettersi davanti ai microfoni e sotto i riflettori. Ora Buffon si gode il relax al mare nella sua Carrara, scelta per riflettere in serenità, con il permesso del Parma che dall’8 luglio si sta allenando a Collecchio.

Buffon, quanti campioni affrontati in carriera!

Il portiere infatti avrebbe ancora un anno di contratto con il club gialloblù, quello con cui esordì in Serie A al Tardini il 19 novembre 1995 contro il Milan, stoppando a 17 anni tutti i tentativi di Roberto Baggio e George Weah. Due Palloni d’Oro, due campioni che aprirono una lista infinita di stelle che Buffon ha avuto per avversari e per compagni: da Ronaldo il Fenomeno a CR7, da Vialli e Batistuta a Lewandowski e Benzema, da Zidane e Figo a Messi e Neymar. Infinita come la lista dei portieri che gli hanno conteso il titolo di più forte del mondo. Da Khan e Schmeichel senior a Van der Sar e Dida, da Casillas e Cech a Julio Cesar e Neuer, da Courtois e De Gea a Ter Stegen e Donnarumma.

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Buffon, una carriera sempre al top

Se per quattro decenni ha strabiliato i tifosi con i suoi interventi, per due, i primi due di questo secolo, Buffon è rimasto ai vertici assoluti. L’Iffhs, la Federazione internazionale degli storici e statistici del calcio, ente riconosciuto dalla Fifa, lo ha eletto miglior portiere del mondo per la prima volta nel 2003 e per l’ultima nel 2017, quattordici anni anni più tardi. Tra la prima e l’ultima elezione di Neuer, 2013 e 2020, ne sono passati la metà e ancora meno per tutti gli altri portieri insigniti del premio, nato nel 1987. Una longevità ad altissimo livello - ma altissimo nel senso grammaticale del termine, almeno per gli anni al top, ovvero non superabile - che spinge a considerarlo il portiere più forte di tutti i tempi, per quanto soggettive e opinabili possano essere certe definizioni. Ma nel suo caso soggettività e opinabilità sono davvero ridotte al minimo. Non resta che aspettare l’ultima uscita e applaudire.

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L’ultima uscita. Titolava così Tuttosport il 3 luglio: “Buffon stop. SuperGigi all’ultima uscita”. Quella definitiva dal campo, dove per quattro decenni, dagli anni Novanta del ventesimo secolo agli anni Venti del ventunesimo, Gigi Buffon ha fatto spalancare gli occhi ai tifosi propri e rivali cancellando gol che sembravano già scritti sul tabellino.

Era filtrata già allora la volontà di dire basta con il calcio, almeno giocato, perché in futuro potrebbe attenderlo una poltrona da dirigente, nel Parma o nella Juve o in Federazione.Le tre settimane trascorse intanto non sembrano aver intaccato quella volontà, nonostante nel frattempo a Buffon siano arrivate nuove offerte monstre dalla Saudi Pro League.

Buffon e le scelte di cuore

D’altra parte, per quanto abbia sempre ottenuto - giustamente - ingaggi all’altezza del suo valore, non è mai stato lo stipendio a guidare le scelte di SuperGigi e a volte non è stata neppure la gloria, almeno quella misurabile in trofei: nel 2006, a 28 anni e da protagonista decisivo nel Mondiale appena vinto dall’Italia, portiere più forte del mondo senza discussioni, avrebbe di certo potuto guadagnare e vincere di più lasciando la Juventus retrocessa in Serie B dopo Calciopoli. Non gli fecero cambiare idea allora i soldi e i trofei che i più grandi club europei avrebbero potuto dargli, non gliel’hanno fatta cambiare adesso i soldi - e in fondo anche un trofeo, perché il campionato arabo lo è pur sempre - che possono offrirgli i club della Saudi Pro League. E se per caso dovesse cambiarla - perché quell’istinto prodigioso che lo ha reso il più grande portiere di tutti i tempi lo guida spesso anche fuori dal campo - non sarebbe principalmente per i milioni arabi e nemmeno per aggiungere la Saudi Pro League a un palmarés che spazia dal campionato di Serie B al Mondiale, per un totale di 29 trofei, 31 sul campo. Sarebbe per provare un’avventura nuova e al tempo stesso continuare a sentire il gusto antico dell’adrenalina un attimo prima di lanciarsi in tuffo.

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