Ha chiuso la porta ed è entrato nella Leggenda del calcio mondiale. L’immagine non suoni né retorica né eccessiva né sproporzionata rispetto alla dimensione del protagonista, perché stiamo parlando di un Gigante. È per questo che, descrivendo la grandezza di Gianluigi Buffon, l’aggettivazione risulta sempre insufficiente, mai esaustiva.
Così come raccontare le tappe dei suoi ventotto anni di parate, di uscite ardite e di risalite obnubilando gufi e cassandre che già dieci anni fa dicevano fosse sul viale del tramonto. Ventotto anni di prese alte e basse, di coraggio e di fantasia, perché un giocatore lo vedi dal coraggio e dalla fantasia, come dice De Gregori riferendosi alla leva calcistica del ‘68. Il Nostro è del ‘78, annata da incorniciare per quelli del calcio: fra i coetanei ci sono Gattuso, Puyol, Lampard, Riquelme, Stankovic, Drogba, Klose. Ricardo Carvalho, Rio Ferdinand.
Buffon, le origini del portiere di Carrara
Gigi ha lo sport nel sangue: nasce a Carrara da una famiglia che ha origine a Latisana, Friuli: la mamma, Maria Stella Masocco, è stata tre volte campionessa italiana di getto del peso e lancio del disco; lo zio, Dante Masocco ha giocato nella A1 di basket; il padre, Adriano, ha militato nella nazionale di getto del peso, le sorelle Guendalina e Veronica sono state pallavoliste. Nell’albero genealogico figura Lorenzo Buffon, portiere di Milan, Genoa, Inter, Fiorentina e della Nazionale. Lorenzo è cugino di secondo grado del nonno di Gigi. Un giorno, Platini ha rivolto un pubblico invito ai giurati del Pallone d’Oro: “Sarebbe ora che, finalmente, lo vincesse Buffon. Dopo Yashin, hanno aspettato sin troppo”. I giurati da questo orecchio non ci hanno mai sentito e non avevano mai ascoltato Gianluca Vialli, secondo il quale “di Palloni d’Oro, lui ne meriterebbe almeno tre”.
Buffon, i suoi successi
Tanto peggio per France Football, con rispetto parlando: a inficiare il giudizio su Buffon non è e non sarà mai l’unico riconoscimento negato al campione del mondo 2006, vicecampione d’Europa 2012, per 176 volte in Nazionale (record); al calciatore allineante in bacheca 12 Scudetti (2 revocati, ma 10 è comunque record); 6 Coppe Italia (record condiviso con Mancini), 7 Supercoppe italiane (record), 1 Coppa Uefa, 1 scudetto e 1 Coppa di Francia, 1 campionato di Serie B. Certo, anche quel campionato: Gigi non mollò la Juve retrocessa a tavolino: “Sarei stato un vigliacco se l’avessi fatto”. I tifosi non l’hanno mai dimenticato, i tifosi hanno la memoria lunga, se lo ricorderanno ancora anche quando lui avrà cent’anni. Gigi ha giocato 1.175 partite ufficiali (soltanto Paolo Maldini è stato capace di sfondare quota mille, come lui); detiene il primato assoluto di imbattibilità in Serie A (974’), il primato del maggior numero di presenze nel massimo campionato (657) e con la maglia bianconera (489). Ha disputato 5 mondiali: come Messi, Ronaldo, Marquez, Matthäus, Ochoa e Carbajal.