Superlega, la sentenza sulla Uefa slitta ancora: tutti gli scenari

L’udienza presso la Corte di Giustizia Europea non è stata calendarizzata nemmeno per settembre

Intorno al parere della Corte di Giustizia Europea ruota buona parte del futuro del calcio, almeno di quello nel Vecchio Continente. Sarà per questo che il verdetto tarda tanto ad arrivare. Atteso prima per l’estate e poi per settembre, il giudizio in merito alla diatriba tra Superlega e Uefa non si paleserà nemmeno nel mese in corso: nessuna udienza, infatti, è stata finora calendarizzata presso l’organo continentale.

Lo scenario Superlega

La materia, d’altronde, si annuncia piuttosto scivolosa, dal momento che alla vigilia dell’esito sono arrivati due autorevoli pareri del tutto discordanti tra loro. Quello dell’avvocato Rantos, in sintesi, strizza l’occhio a Ceferin. E, se assecondato, aprirebbe a uno scenario in cui la Superlega potrebbe nascere unicamente in chiaro contrasto con la Uefa e con problematiche che ne renderebbero molto fragile l’eventuale esistenza. Il parere dell’avvocato Szpunar, al contrario, tende la mano ai promotori della competizione ancora in fase di messa a punto. E, se a sua volta assecondato, disegnerebbe un quadro in cui alla Uefa verrebbe contestato un regime di monopolio in violazione delle norme 101 e 102 del trattato dell’Unione Europea. In questo caso la Superlega non solo potrebbe vedere la luce, ma scalderebbe i motori con ogni probabilità già in vista della stagione 2024/2025. Ovvero domani, o giù di lì.

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Una terza via

Ma, al contempo, c’è la possibilità che la Corte di Giustizia Europea imbocchi una terza via, sostanzialmente equidistante dalle due posizioni precedenti. Una sorta di compromesso in linea con quello trovato dall’Eurolega nel mondo del basket, un nuovo ambiente dove non siano ravvisati gli estremi di violazioni da parte dell’Uefa e dove però altre competizioni possano comunque germogliare senza preclusioni. Né per gli organizzatori, né tantomeno per le società e per i giocatori che decidano di prendervi parte. In un simile contesto e in un mondo del pallone in costante evoluzione, con la Premier League che rischia di fagocitare gli altri campionati nazionali e la new entry Arabia Saudita che aspira a divorare tutto, è evidente quanto il parere della Corte di Giustizia Europea diventi dirimente.

Superlega, il piano Arabia Saudita con Juve e Barcellona: l'Uefa trema

Per disegnare il futuro, appunto. Ma anche per chiarire i rapporti di forza tra la Uefa e i club che hanno aderito alla Superlega. Real Madrid e Barcellona sono ancora dentro, la Juventus ha annunciato di voler abbandonare il progetto. Ma nessuna società ne è ancora uscita ufficialmente, pagando la penale concordata inizialmente.

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Intorno al parere della Corte di Giustizia Europea ruota buona parte del futuro del calcio, almeno di quello nel Vecchio Continente. Sarà per questo che il verdetto tarda tanto ad arrivare. Atteso prima per l’estate e poi per settembre, il giudizio in merito alla diatriba tra Superlega e Uefa non si paleserà nemmeno nel mese in corso: nessuna udienza, infatti, è stata finora calendarizzata presso l’organo continentale.

Lo scenario Superlega

La materia, d’altronde, si annuncia piuttosto scivolosa, dal momento che alla vigilia dell’esito sono arrivati due autorevoli pareri del tutto discordanti tra loro. Quello dell’avvocato Rantos, in sintesi, strizza l’occhio a Ceferin. E, se assecondato, aprirebbe a uno scenario in cui la Superlega potrebbe nascere unicamente in chiaro contrasto con la Uefa e con problematiche che ne renderebbero molto fragile l’eventuale esistenza. Il parere dell’avvocato Szpunar, al contrario, tende la mano ai promotori della competizione ancora in fase di messa a punto. E, se a sua volta assecondato, disegnerebbe un quadro in cui alla Uefa verrebbe contestato un regime di monopolio in violazione delle norme 101 e 102 del trattato dell’Unione Europea. In questo caso la Superlega non solo potrebbe vedere la luce, ma scalderebbe i motori con ogni probabilità già in vista della stagione 2024/2025. Ovvero domani, o giù di lì.

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