Perché si raccolgono abusivamente delle informazioni? Perché questo reato è così diffuso? Perché viviamo in un Paese che celebra i processi al di fuori delle aule di Tribunale, che emette sentenze sui giornali e che può cancellare la credibilità di una persona senza avere prove, ma soltanto diffondendo attraverso i media degli indizi. E, stiamo scoprendo, non è così difficile.
La pesca a strascico e il sentimento giustizialista
Il primo passaggio è la pesca a strascico nelle banche dati per scovare qualcosa di anche solo vagamente sospetto, magari passarlo a qualche giornalista, creare un rumore mediatico tale da spingere l’apertura di un fascicolo in qualche Procura. A quel punto, si continua a sgocciolare sui giornale stralci dell’inchiesta, spesso e volentieri sotto segreto istruttorio: un pezzo di intercettazione, un documento, una mail... tutto seguendo la tesi dell’accusa, senza mai diffondere materiale che possa contrastarla. L’opinione pubblica così si scandalizza e monta il sentimento giustizialista. A volte possono bastare tre o quattro settimane per distruggere una persona o un’azienda e tutto senza che un giudice abbia vagliato gli indizi diffusi o li abbia contestualizzati per capirne il peso e la portata.