Uber Haller, sopra tutto: dal tumore al trionfo in Coppa d'Africa

L'attaccante nel 2022 aveva scoperto la malattia. Ora la vittoria con la Costa d’Avorio apre nuovi scenari con il Borussia Dortmund, che l’aveva acquistato per il dopo Haaland
Uber Haller, sopra tutto: dal tumore al trionfo in Coppa d'Africa© EPA

Era il 18 luglio 2022. Il Borussia Dortmund doveva disputare un’amichevole contro il Valencia. C’era enorme attesa per vedere all’opera Sebastien Haller, arrivato da pochi giorni per oltre trenta milioni dall’Ajax, con la responsabilità non banale di far dimenticare Erling Haaland. Alla lettura delle distinte, però, l’ivoriano in campo non c’è. Gli spagnoli, allenati da Gattuso, vincono 3-1 una partita quasi surreale. La spiegazione dell’assenza la fornisce qualche ora dopo il club tedesco: nella mattina di quel maledetto lunedì, il classe 1994 aveva lasciato il ritiro di Bad Ragaz, in Svizzera, lamentando un malessere. “Gli esami hanno rivelato la presenza di un tumore al testicolo”.

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Haller eroe della Costa d'Avorio

Fast forward a 573 giorni dopo. La Costa d’Avorio batte in finale di Coppa d’Africa la Nigeria ad Abidjan, davanti alla propria gente, in una competizione che rischiava di non giocare, dopo aver cambiato allenatore al termine di una fase a gironi a cui Kessié e compagni sono sopravvissuti passando come terza, con due sconfitte, tra cui un 4-0 al limite dell’umiliazione con la Guinea Equatoriale. Haller quelle partite le ha guardare dalla tribuna per un infortunio alla caviglia rimediato nei giorni precedenti. È entrato a partire dagli ottavi, prima segnando il rigore per eliminare il Senegal nella lotteria finale, poi è partito dalla panchina anche con il Mali nei quarti. In semifinale ha ritrovato la titolarità, trovando il primo gol con un destro di prima strozzato, ma che ha assunto una traiettoria imprendibile per il portiere della Repubblica Democratica del Congo. L’esplosione degli oltre cinquantamila sugli spalti è stata la stessa che, quattro giorni dopo, si è sentita quando a una decina di minuti dal novantesimo lo stesso Haller ha allungato il piede per deviare in porta il cross di Adingra e portare alla sua gente il terzo titolo continentale.

Haller, dal cancro alla gloria

Francese di nascita, ivoriano d’origine, ha sposato la causa nel 2020 dopo aver militato nelle giovanili dei Bleus. Rewind, a 372 giorni prima. Borussia Dortmund-Friburgo 5-1: all’inizio del secondo tempo Seb mette la testa su un cross di Guerreiro, segnando il primo gol con il Bvb, quindici giorni dopo l’esordio in giallonero. 4 febbraio, giornata mondiale della lotta contro il cancro. Seb si indica gli scarpini: recano la scritta “fuck cancer”. Due operazioni, la paura di non poter tornare su un campo da calcio. La riabilitazione ad Amsterdam, ospite dell’Ajax. “Tornerà quando se lo sentirà”. A gennaio è in campo. A maggio sbaglia il rigore contro il Mainz nell’ultima partita, sull’1-0, e anche un altro paio di gol. Lo psicodramma, il titolo perso: “Mi ha fatto più male del cancro”. Ancora ad oggi, l’ultimo gol segnato con la maglia del Dortmund risale al 12 agosto, primo turno di Coppa di Germania contro lo Schott Mainz. Poi mesi di difficoltà. Panchine, delusioni, problemi fisici. Poi la luce: il riscatto, la notte che lo ha reso immortale in Costa d’Avorio. Le sue lacrime nell’intervista post partita hanno fatto il giro dei social. Una sensazione che solo chi ha trascorso un anno e mezzo di sofferenza come lui può provare. Di rivincita. Liberazione. Anzi, di più.

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