Mbappé, l'ex meteora Milan sbotta: "È sempre più prevedibile, mi ha stancato"

Nuovo anno e voci vecchie. Sì, perché ancora una volta ad aprire il mercato c'è il futuro di Kylian Mbappé: il Psg vuole tenerlo, il Real Madrid ci prova ancora e tra le due litiganti c'è anche il Liverpool pronto a offrire un contratto al francese. L'attaccante andrà in scadenza a giugno e dal 1 gennaio è libero di poter contrattare il suo ingaggio con qualsiasi club voglia portarlo sotto le proprie direttive.

Tra i più accreditati i blancos, visto che secondo Marca starebbero pensando di mettere sul piatto le stesse cifre percepite attualmente dall'asso francese (26 milioni all'anno e bonus alla firma di 130 milioni), ma dalla Francia rilanciano perché per Le Parisien ci sarebbe anche la squadra di Klopp forte sul giocatore. Una nuova telenovela che non piace affatto a Christophe Dugarry. L'ex meteora del Milan - una stagione in rossonero - ha parlato a RMC Sport proprio di Mbappé: "Spero che se ne vada con tutto il cuore". E non è finita qui...

Mbappé, l'attacco di Dugarry

Dugarry ha attacco pesantemente Mbappé ritenendolo poco adatto a un contesto di gruppo: "Fino a prova contraria, il calcio è uno sport di squadra. Non è stato ingaggiato per le statistiche, ma per far vincere la Champions League al suo club. Al momento non è così". E sulle continue voci di mercato: "Ho l'impressione che ogni sei mesi sia: resta, va... Questo mi infastidisce. Sono stufo di questo. Voglio che Mbappé si imbarchi in un progetto di club e smetta di essere in un progetto più personale. Sono stanco di sentire chiacchiere sul suo futuro club ogni sei mesi. Sono stufo. Non mi interessa, non mi interessa più. Spero che se ne vada, con tutto il cuore. Penso che sia stancante". L'ex attaccante francese gli ha poi dato del ragazzino...

Dugarry: "Sembra un ragazzino"

Sull'atteggiamento Dugarry ha sottolineato: "Trovo che nei suoi duelli sia sempre più prevedibile, gli manca la forza, il carattere nella battaglia. Spesso scompare in questi duelli. Con l'atteggiamento, con le braccia alzate sempre di più, è un segnale abbastanza negativo che manda alla squadra. Voleva tutto il potere, essere il leader della squadra, e ora che lo è, sembra un po' come un ragazzino. A volte sembra che l'abito sia troppo grande per lui. Quando vuole che la sua squadra attacchi, il suo allenatore gli dice che deve difendere. Quando vuole giocare a sinistra, lo mettono come centravanti. Mi sento come se fosse un po' perso, non c'è simbiosi. Lo capisco, a causa di quello che è successo l'estate scorsa, quando è stato lasciato fuori. Da qualche mese le cose al PSG non vanno bene".