Gol e lacrime
L'esperienza con i Red Devils inizia anche grazie alla partenza di Cristiano Ronaldo. A Erik ten Hag serviva una punta che potesse ricoprire il ruolo di comprimario ma comunque affidabile. E cosi Weghorst, che il tecnico dello United conosce bene essendo connazionali ed avendolo visto da avversario nel campionato olandese, raggiunti i 30 anni e dopo tanto girovagare, arriva in una big. L'esordio in Premier, da titolare tra l'altro, il 18 gennaio nell'1-1 contro il Crystal Palace, la prima rete appena una settimana dopo nella semifinale di Coppa di Lega inglese nel 3-0 sul Nottingham Forest. Il 26 febbraio, invece, il primo titolo della carriera, proprio la Coppa di Lega vinta contro il Newcastle e in cui è risultato anche decisivo con l'assist per il gol di Rashford. A cornice di due mesi d'oro, anche il gol in Europa League contro il Betis, quello del 4-1 definitivo che ha già ipotecato la qualificazione ai quarti. Una rete condita da esultanza con tanto di lacrime, perché Weghorst, dopo caterve di gol e un peregrinare infinito, è finalmente arrivato a destinazione, potendo dire: sì, ce l'ho fatta.
Il "bobo" da Messi
Weghorst però, ancor prima dell'esperienza con lo United, era arrivato alla ribalta internazionale durante lo scorso Mondiale con l'Olanda. Fu protagonista della sfida ai quarti di finale contro l'Argentina, sia dentro che fuori il rettangolo di gioco. Subentra a gara già ampiamente disputata, segna il gol del clamoroso 2-2 che porta la sfida ai supplementari e poi ai rigori, dove vincerà però l'Albiceleste. Al termine della sfida il famosissimo caso con Leo Messi: Weghorst gli aveva chiesto la maglia, ma il numero 10 non aveva evidentemente intuito, e percependo la presenza incessante dell'olandese durante l'intervista con una tv, la Pulga gli si rivolge dicendo: "Que miras, bobo?". Non propriamente un complimento, e siparietto che va in diretta mondiale. Tanto più che lo stesso Weghorst ancora oggi ci scherza e con i compagni dello United che ancora lo prendono in giro per quell'episodio. L'esplosione in patria, il boom in Germania, la notorietà al Mondiale e la tappa al Manchester United: il giro del mondo di Wout Weghorts è arrivato a compimento.