Nell’estate calcistica sconquassata dal prepotente ingresso dell’Arabia Saudita nel mercato globale del football, il mondo pallonaro del Vecchio Continente - scopertosi improvvisamente terra di conquista privilegiata per le ostentate mire espansionistiche dalla nuova potenza calcistica del Golfo Persico - attende con ansia che il tradizionale valzer dei grandi centravanti abbia inizio.
L’impressione è che, come sempre capita, si stia solamente aspettando la prima mossa, quella in grado di scatenare il più classico fra gli effetti domino. Al momento, l’unico dubbio riguarda chi fra le big farà la prima mossa.
Mbappé e il premio fedeltà
La sensazione, in verità, è che buona parte della questione giri intorno al futuro di Kylian Mbappé. Il fuoriclasse francese, a 12 mesi dalla scadenza del suo contratto, ha deciso di rompere con il Paris Saint Germain, facendo sapere di non essere interessato a esercitare l’opzione di rinnovo fino al 2025: il piano di Kylian sarebbe, dunque, quello di rimanere un altro anno al Psg, per poi andarsene a parametro zero in quel Real Madrid a cui si è promesso da tempo ormai. Un piano che, comprensibilmente, non piace al club parigino: perdere a 0 il calciatore più forte del mondo, oltre a rappresentare un consistente danno economico, sancirebbe anche la rottura di una promessa ricevuta lo scorso anno, quando il francese aveva assicurato a Al-Khelaifi che non avrebbe creato problemi. Da qui la grande irritazione del presidente qatariota, acuita dal pensiero che alla base della volontà di Mbappè di restare per un’altra stagione vi sia solo quel premio fedeltà da 80 milioni a cui il centravanti avrà diritto in caso di permanenza. Ecco perché per Al-Khelaifi vi sono solo due strade: o Kylian firma il rinnovo, o dovrà andarsene via subito. Il club, infatti, non aspetterà oltre il 31 luglio.