Barrow al Torino, bastano 8 milioni e Marotta libera Correa: le novità

Dopo la partita lungo summit tra Cairo, Vagnati e Juric. Il Bologna riduce le pretese per il gambiano. L’ad dell’Inter: "Joaquín vuole più spazio”.
Barrow al Torino, bastano 8 milioni e Marotta libera Correa: le novità© /Agenzia Aldo Liverani Sas

TORINO - Ci vuole ancora un pochino di pazienza. Perché i tavoli sui quali è impegnato Davide Vagnati sono davvero tanti. Uno di questi è argentino. Niente asado o dulce de leche, ma Joaquín Correa. Un piatto appetitoso per il Toro e per Ivan Juric, che sta aspettando con ansia almeno un elemento che rimpolpi un reparto in questo momento insufficiente, anche dal punto di vista numerico. A parlare del Tucu, qualche ora prima che i granata affrontassero il Cagliari nel battesimo della Serie A, ci ha pensato Beppe Marotta. Il dirigente nerazzurro, ai microfoni di Radio Serie A, si è sbottonato sulle reali intenzioni del giocatore: «Vuole spazio e noi non siamo indifferenti a questo. Ausilio sta lavorando su questo, se vuole andare lo accontenteremo. In compenso, Sanchez è un grande campione, ha mandato segnali per tornare e questo è positivo». Già, perché ovviamente l'Inter si sta cautelando nel caso in cui uscisse Correa. Il ragazzo sta riflettendo. Sa che il Toro lo ha chiesto e lo vuole. E sa anche che Vagnati avrebbe già trovato una porta aperta dai nerazzurri, che valutano diverse opzioni, dando ovviamente la priorità a una cessione a titolo definitivo (a bilancio il fantasista pesa 18,2 milioni ancora fino al 2025, l'Inter lo ha pagato 32,6 milioni due estati fa). In alternativa, si può ragionare sulla base di un prestito con diritto di riscatto, con una parte dell'ingaggio pagata dall'Inter (Correa guadagna 3,5 milioni netti all'anno). I rapporti fra i due club sono ottimi. Rafforzati da una quadra già trovata in toto, per esempio, per quanto riguarda il ritorno di Valentino Lazaro sotto la Mole: operazione da 4 milioni, ora il Toro ha anche limato gli ultimi dettagli relativi all'ingaggio dell'austriaco. Oggi l'esterno sarà al Centro di Medicina dello Sport per le visite mediche: ormai è tutto fatto, firmerà in giornata un contratto quadriennale.

Correa e Barrow: la situazione aggiornata

Dunque, l’obiettivo primario è Correa. A cui, però, serviranno altri giorni per maturare una decisione definitiva. Non ha detto sì, ma nemmeno no. Sta solo aspettando di capire se ci siano club, per esempio protagonisti in Europa, disposti a rilanciarlo dopo un biennio con più bassi che alti all’Inter. Intanto, in Spagna piace al Betis. Le ore di attesa del Toro, paradossalmente, possono essere utili per scandagliare quante più piste alternative possibili. Come Musa Barrow. Difficile, infatti, immaginare che possano arrivare entrambi, nonostante la diversità dei rispettivi ruoli: l’argentino più rifinitore, il gambiano più punta centrale. Uno non esclude necessariamente l’altro, ma è complicato chiudere per entrambi. Il Bologna, che lo considera ormai fuori dal progetto, si è ammorbidito sulle richieste: con 8 milioni si può prendere. Ma anche Musa è guardingo e non disdegna club turchi e arabi, che per il momento non hanno sferrato l’assalto per l’ex Atalanta. A proposito della Dea, poi, guai a dimenticare Aleksej Miranchuk. Anche lui fuori squadra, anche lui lontano dai piani di Gian Piero Gasperini e dunque alla finestra. Il Toro può riprenderlo, magari sul rettilineo finale di un mercato che scoppietta come una pentola di fagioli. Intanto, poco dopo il fischio finale, è andato in scena un lunghissimo summit: Cairo, Vagnati e Juric (andato via prima, in compagnia della moglie) insieme per decidere le prossime mosse. Nella pancia del Grande Torino, con un nome che frulla più di tutti. Quello di Correa.

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