“Leoni predestinato, non gli manca nulla. 40 milioni sono pure pochi…”

Parla Mirabelli, il ds del Padova scopritore del baby difensore in orbita Inter: “È pronto per una big”

Massimiliano Mirabelli, responsabile dell'area tecnica e direttore sportivo del Padova, ha sempre creduto nelle potenzialità di Giovanni Leoni. E oggi ne parla con la fierezza di chi è sicuro che il ragazzo avrà davanti una carriera più che brillante. Direttore, si può dire che Leoni l’ha scoperto lei? «Sì, avevamo questo giovane nell’Under 17 dalle grandi qualità, così lo portammo direttamente in prima squadra, senza farlo transitare dalla Primavera. Ebbe un debutto velocissimo, tanto da essere uno degli esordienti più giovani tra i professionisti con quei tre minuti giocati a 16 anni contro l’Albinoleffe. Poi l’anno successivo, dopo alcune partite nelle giovanili, giocò contro il Pontedera in Coppa Italia. Le dico la verità, fu dura convincere Torrente a farlo scendere in campo. Io spingevo affinché avesse la sua possibilità, Leoni era già forte, purtroppo però ci sono determinati allenatori che hanno paura e qualche timore con i giovani».

 

In ogni caso lei ci ha sempre creduto davvero.

«Sì, io spingevo affinché venisse valorizzato giocando più partite con noi. Non è stato così, ma comunque abbiamo preso quasi 2 milioni di euro (tra cessione e diritti, ndr), sono bei soldi per un giocatore che al Padova non aveva praticamente mai giocato, anzi è tantissimo».

Dal Padova, alla Sampdoria, dove invece puntarono immediatamente su Leoni.

«Sì, a Genova giocò immediatamente, ossia la settimana successiva al suo trasferimento, dimostrando che avessi ragione io. Visto che erano in difficoltà economica, lo girammo in prestito gratuito. Ma dissi subito: “Dopo questi sei mesi mi darete il milione e mezzo che richiedo”. E fu così, in più mettemmo anche la percentuale sulla futura rivendita, guadagnandoci dunque anche successivamente».

Gli addetti ai lavori hanno sempre parlato bene di Leoni.

«Chi ci aveva visto subito lungo fu Andrea Mancini, per la Sampdoria. Ma non solo. Le assicuro che Piero Ausilio è stato sempre caldo su di lui, gli è sempre piaciuto, ha sempre cercato di prenderlo per l’Inter, anche quando era al Padova».

Perché non l’ha ceduto allora ai nerazzurri?

«L’Inter probabilmente lo avrebbe inserito in Primavera, con la Sampdoria ha invece giocato subito in Serie B. Normale abbia prevalso questo aspetto, ma questo dimostra anche come Piero Ausilio abbia sempre creduto nel giocatore. Non è un caso che poi volesse prenderlo anche dopo, cioè quando militava nella Sampdoria».

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Calciomercato

Il cartellino di Leoni

Ora sembra che su Leoni ci siano Inter, Milan e Juve. È pronto per il grande salto?

«Assolutamente sì. Non gli manca nulla, oltre a essere un giocatore di grande struttura fisica, è anche tecnico e veloce, è un centrale moderno, come lui oggi non ce ne stanno, sarà lui per i prossimi quindici anni il centrale della nazionale italiana. È stata la Sampdoria brava a prenderlo, poi il Parma. Adesso vedremo».

Parliamo di un predestinato?

«Assolutamente sì, è un campione anche nella testa, un grande giocatore. Ha grandissimi margini di miglioramento. Il suo ultimo ritiro completo l’ha fatto con noi, al Padova, lo scorso anno so che l’aveva saltato per una fascite, per un ragazzo della sua età partire bene in ritiro è importante. Ha comunque qualità da campione». 

All’Inter ritroverebbe Chivu.

«Diciamo che comunque è bello che lo vogliano tante società, piace anche all’estero, questo glielo assicuro. In ogni caso se questo passaggio venisse fatto sapendo che c’è l’allenatore che ti ha dato fiducia in A, oltre a un dirigente che stravede per te, è una cosa positiva, sarebbe agevolato nell’inserimento».

Vale i 40 milioni che il Parma chiede per il suo cartellino?

«Per i suoi numeri forse è pure poco. Sento parlare di cifre stratosferiche, ma Leoni è un dicembre 2006, quindi di fatto un 2007, in Italia non è che ne giocano tanti. E scarseggia il materiale in quel ruolo».

Può già essere un titolare all’Inter o gli servirebbe una chioccia?

«Inizialmente partirebbe un pelino dietro ai titolari di questi anni, però attraverso le sue capacità, la voglia, le doti e così via troverebbe spazio sicuramente, diventando quel campione che immagino. Poi con Chivu sarebbe più a suo agio, ma dovunque andrà, farà grandi cose».

 

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Massimiliano Mirabelli, responsabile dell'area tecnica e direttore sportivo del Padova, ha sempre creduto nelle potenzialità di Giovanni Leoni. E oggi ne parla con la fierezza di chi è sicuro che il ragazzo avrà davanti una carriera più che brillante. Direttore, si può dire che Leoni l’ha scoperto lei? «Sì, avevamo questo giovane nell’Under 17 dalle grandi qualità, così lo portammo direttamente in prima squadra, senza farlo transitare dalla Primavera. Ebbe un debutto velocissimo, tanto da essere uno degli esordienti più giovani tra i professionisti con quei tre minuti giocati a 16 anni contro l’Albinoleffe. Poi l’anno successivo, dopo alcune partite nelle giovanili, giocò contro il Pontedera in Coppa Italia. Le dico la verità, fu dura convincere Torrente a farlo scendere in campo. Io spingevo affinché avesse la sua possibilità, Leoni era già forte, purtroppo però ci sono determinati allenatori che hanno paura e qualche timore con i giovani».

 

In ogni caso lei ci ha sempre creduto davvero.

«Sì, io spingevo affinché venisse valorizzato giocando più partite con noi. Non è stato così, ma comunque abbiamo preso quasi 2 milioni di euro (tra cessione e diritti, ndr), sono bei soldi per un giocatore che al Padova non aveva praticamente mai giocato, anzi è tantissimo».

Dal Padova, alla Sampdoria, dove invece puntarono immediatamente su Leoni.

«Sì, a Genova giocò immediatamente, ossia la settimana successiva al suo trasferimento, dimostrando che avessi ragione io. Visto che erano in difficoltà economica, lo girammo in prestito gratuito. Ma dissi subito: “Dopo questi sei mesi mi darete il milione e mezzo che richiedo”. E fu così, in più mettemmo anche la percentuale sulla futura rivendita, guadagnandoci dunque anche successivamente».

Gli addetti ai lavori hanno sempre parlato bene di Leoni.

«Chi ci aveva visto subito lungo fu Andrea Mancini, per la Sampdoria. Ma non solo. Le assicuro che Piero Ausilio è stato sempre caldo su di lui, gli è sempre piaciuto, ha sempre cercato di prenderlo per l’Inter, anche quando era al Padova».

Perché non l’ha ceduto allora ai nerazzurri?

«L’Inter probabilmente lo avrebbe inserito in Primavera, con la Sampdoria ha invece giocato subito in Serie B. Normale abbia prevalso questo aspetto, ma questo dimostra anche come Piero Ausilio abbia sempre creduto nel giocatore. Non è un caso che poi volesse prenderlo anche dopo, cioè quando militava nella Sampdoria».

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