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L’ivoriano continua a vivere da precario a Barcellona: l’ostacolo più importante è l’ingaggio

MILANO - Il 2023 di Franck Kessie &egrave; cominciato cos&igrave; come era finito il 2022, ovvero da riserva. Status che dunque potrebbe spingere ancora di pi&ugrave; l&rsquo;ivoriano a chiedere di andare via a fine stagione con una squadra che pi&ugrave; di altre &egrave; alla finestra per averlo: l&rsquo;Inter. Gi&agrave; a fine novembre il club nerazzurro aveva avuto dei contatti con George Atangana, agente dell&rsquo;ex <a href="/squadra/

L'attaccante di Seriate sta avendo ottimi numeri in questa stagione di B con gli emiliani dopo essere cresciuto in nerazzurro come Esposito: gli occhi delle big su di lui

Nicholas Bonfanti e la caratteristica importante di farsi trovare sempre pronto. E' questa la sua dote principale, oltre a quella di avere il gol nel sangue, saper aspettare il momento e sfruttarlo che sia un tempo, due o 10'. Tesser ha sempre apprezzato le sue doti e anche nella cavalcata per la promozione il classe 2002 &egrave; stato spesso decisivo con le reti nel finale. Gi&agrave; i gol. Quelli che l'attaccante ex Inter continua a sfornare a prescindere dalla categoria. Sono sei in questa stagione di Serie B e spesso decisivi. Importanti sicuramente, come quello nel derby contro il Parma sempre con una particolarit&agrave;, ovvero quella di essere sempre al posto giusto nel momento giusto. Un istinto naturale cresciuto tra un consiglio di Lukaku e l'altro ai tempi nerazzurri.&nbsp;
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<h2>Bonfanti, gli occhi della A sullo squalo di Seriate</h2>
Gol e istinto per Bonfanti. Quel profumo della preda da azzannare ogni volta che si trova il pallone tra i piedi. Non a caso il suo soprannome &egrave; lo Squalo di Seriate anche dovuto alla sua esultanza dopo ogni gol con la mano a formare la pinna sopra la testa. Consapevolezza nei propri mezzi e fisicamente gi&agrave; pronto per il calcio dei grandi. Bravo a sfruttare le occasioni, il Modena se lo coccola sapendo che <a href="https://www.tuttosport.com/news/calcio/serie-b/modena/2023/02/08-103298373/duello_torino-sassuolo_per_il_bomberino_bonfanti_del_modena">gli occhi dai piani alti stanno iniziando a guardare il classe 2002</a>.&nbsp;
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<h2>Sulle orme di nonno e pap&agrave;</h2>
Il gol e il calcio sono un vizio di famiglia visto che pap&agrave; Arnaldo e nonno Aquilino hanno giocato diversi anni in Serie A. Uno difensore, l'altro attaccante e nel sangue di Nicholas scorre proprio il sangue reale dei bomber di razza. Due modelli da seguire, imitare e con il sogno di volerli raggiungere. A Modena sta trovando il suo spazio e la squadra &egrave; in lotta per un posto nei playoff. Lui che la A l'ha soltato sfiorata con l'Inter visto che &egrave; cresciuto in nerazzurro prima del grande salto.&nbsp;
In nerazzurro gli allenamenti con la prima squadra e una convocazione in Champions League contro lo Shakhtar agli ordini di Conte. Imparare dai grandi per crescere con i pi&ugrave; piccoli. In Primavera arriva a giocare con Sebastiano Esposito e Gnonto. Un percorso condiviso nelle giovanili prima di trovare ognuno la propria strada. Quella di Nicholas si chiama Modena.&nbsp;
<h2>L'Inter e i consigli di Lukaku</h2>
La crescita di Bonfanti &egrave; passata necessariamente anche dai consigli di chi prima di lui ha affrontato ostacoli e ha dovuto lavorare per arrivare tra i grandi, ovvero Romelu Lukaku. All'Inter proprio il belga lo prende sotto la propria ala come fratello maggiore <a href="https://www.tuttosport.com/news/calcio/serie-b/bari/2023/02/06-103219931/il_bari_l_inter_e_l_amicizia_con_lukaku_esposito_a_san_siro_per_il_derby">(insieme a Esposito</a>), e gli sforna consigli sul come migliorare nel gioco di squadra e non solo. Consigli utili e preziosi messi subito in pratica alla prima stagione lontano dalla Madonnina. Dieci totali nella scorsa stagione e sei in quella attuale. Un rapporto minuti gol davvero impressionante per il classe 2002. Il Modena lo coccola e la A lo osserva, Bonfanti segna e sogna tra consigli e paragoni sulle orme di nonno e pap&agrave;.&nbsp;
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Bonfanti, gioiello Modena: l'Inter, Lukaku e il sogno Serie A

Sembravano destinati a restare nell’ombra di Dumfries e Gosens, invece hanno conquistato Inzaghi


MILANO - La rivincita dei gregari, dei giocatori che sulla carta erano destinati a inizio stagione a vivacchiare in panchina alle spalle di Denzel Dumfries, protagonista nella passata annata, e Robin Gosens, chiamato alla grande rivincita dopo gli infortuni e l&rsquo;addio di Ivan Perisic. E invece questo &rsquo;22-23 sta raccontando un&rsquo;altra storia. C&rsquo;&egrave; chi, dalle retrovie, ha saputo recuperare posizioni nelle gerarchie, dimostrando di essere cresciuto o di essere ancora il pi&ugrave; affidabile. Sono le storie di Federico Dimarco e di Matteo Darmian, il figlio della Nord e il jolly cresciuto nel settore giovanile del Milan. Due giocatori che in estate nei campetti delle probabili formazioni non erano presenti, con Dimarco alternativa a Gosens e Darmian addirittura cambio di Skriniar nella difesa a tre (tant&rsquo;&egrave; che per la fascia era stato ingaggiato Bellanova). Invece il tempo, le prestazioni e la crescente fiducia di Simone Inzaghi, hanno cambiato le carte in tavola e ora i due italiani sono perni della formazione nerazzurra che sta cercando di blindare la zona Champions. Rendimento che ha cambiato e cambier&agrave; anche il mercato, perch&eacute; Dumfries &egrave; diventato da alcuni mesi il primo candidato a essere ceduto per le famose questioni di bilancio; ma pure Gosens, per cercare di ritrovare la nazionale persa, a fine annata valuter&agrave; il suo futuro per capire se rimanere o cercare nuova gloria altrove.

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<h2>Che evoluzione</h2>

Le luci del 2023 sono finite su Darmian. Perch&eacute; se &egrave; vero che Lautaro dopo il Mondiale ha preso a segnare a ripetizione, non &egrave; stato da meno l&#39;inizio d&#39;anno dell&#39;esterno legnanese. Inzaghi, complici prima i problemi fisici di Dumfries dopo il Qatar, poi la situazione in bilico di Skriniar, lo ha schierato otto volte titolare nelle nove partite fin qui disputate e il suo rendimento &egrave; stato altissimo. Anche nella sconfitta interna contro l&#39;Empoli, Darmian &egrave; stato uno dei pochi che si sono salvati. Darmian ha cominciato alla grande bloccando Kvaratskhelia il 4 gennaio, ha proseguito segnando a Monza e non si &egrave; pi&ugrave; fermato, arginando Leao in Supercoppa e ripetendosi sia contro l&#39;Atalanta (gara in cui ha pure segnato il gol qualificazione alla semifinale) e nel recente derby di campionato. Dove lo metti, sta e fa bene. Prestazioni eccellenti che hanno inevitabilmente portato al prolungamento del contratto in scadenza il prossimo 30 giugno fino al 2024, con opzione al 2025. Un rapporto solido, seppur nato recentemente, quello fra Darmian e l&#39;Inter, un feeling che ha permesso al club anche di risparmiare qualcosa visto che Darmian ha accettato una leggera riduzione dell&#39;ingaggio rispetto al contratto precedente. Dimarco - pi&ugrave; giovane di otto anni rispetto al compagno - il rinnovo fino al 2026 lo aveva invece gi&agrave; siglato nel dicembre 2021, quando si divideva fra il ruolo di vice Perisic o vice Bastoni. In questa stagione, invece, il ragazzo cresciuto nel vivaio ha rapidamente soffiato il posto a Gosens, si &egrave; imposto a suon di gol (4) e assist (altrettanti), mostrando una maturit&agrave; in un top club che fino all&#39;anno scorso non era emersa del tutto. Una crescita che ha notato anche Mancini che ha richiamato Dimarco in Nazionale dopo otto mesi dalla prima convocazione (senza esordio) e, in assenza di Spinazzola, lo ha promosso a titolare sulla sinistra (ben 8 gettoni nel 2022). Erano gregari, Darmian e Dimarco, ora sono due trascinatori.

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L’Inter di Darmian-Dimarco: la rivincita dei gregari

Il grado spetta di diritto a Samir Handanovic e poi, in assenza del portiere, si procede a scalare in base alle presenze in nerazzurro

Skriniar probabilmente non sar&agrave; stato limpido nelle sue intenzioni, sicuramente avr&agrave; tradito la fiducia dei tifosi e certamente lascer&agrave; l&rsquo;Inter per guadagnare almeno il 30% in pi&ugrave; dello stipendio, andando in un top club che gioca ogni anno per vincere la Champions (alzi la mano chi, nei rispettivi lavori, &egrave; pronto a biasimarlo per la scelta). Continuare per&ograve; a colpevolizzarlo rischia di diventare un autogol per l&rsquo;Inter. Il nodo della questione &egrave; la fascia di capitano: il grado spetta di diritto a Samir Handanovic e poi, in assenza del portiere, si procede a scalare in base alle presenze in nerazzurro. Dalla lista, per decisione (condivisibile) del club &egrave; stato depennato il nome del centrale e quindi, se oltre ad Handanovic mancano pure Brozovic e D&rsquo;Ambrosio, la fascia va a Lautaro Martinez e non a Skriniar. Le motivazioni che hanno indotto l&rsquo;Inter a compiere questa scelta, Beppe Marotta le ha spiegate gi&agrave; in un paio di occasioni, parlando di valori quali l&rsquo;appartenenza e l&rsquo;amore per il club che devono essere recepiti da chi &egrave; capitano. Di riflesso, se uno non recepisce questi valori, non pu&ograve; essere candidato a indossare la fascia che fu di Picchi, Facchetti e Zanetti. Discorso che non fa una grinza.
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<h2>Skriniar, la fascia non deve diventare una croce</h2>
Questa per&ograve; non deve diventare una croce per Skriniar: il ragazzo ha dimostrato di essere un professionista ineccepibile e sicuramente lo sar&agrave; almeno finch&eacute; l&rsquo;Inter sar&agrave; in corsa per qualche obiettivo da qui al termine della stagione. Simone Inzaghi in tal senso non ha dubbi e, con lui, la societ&agrave;, nonostante le frizioni con il suo procuratore. Tuttavia, per il bene di tutti, su quanto accaduto a gennaio da ora in poi sarebbe meglio far calare il silenzio. Anche il club poteva gestire meglio la questione: alla luce degli equilibri societari c&rsquo;era chi si domandava se fosse un azzardo offrire 6.5 milioni (13 al lordo per Suning) a un difensore. Questo al netto di quanto accaduto in estate, quando magari l&rsquo;offerta del Psg non era all&rsquo;altezza delle aspettative, per&ograve; poteva essere architrave per ringiovanire un reparto dove continuano a tirare la carretta Acerbi e De Vrij: il primo arrivato in prestito dalla Lazio, il secondo pure lui in scadenza di contratto. Detto questo, visto che la vicenda pu&ograve; offrire diversi angoli di riflessione, da qui a fine stagione la cosa migliore da fare sar&agrave; semplicemente considerare Skriniar uno come gli altri. Perch&eacute; &egrave; sempre meglio divorziare, restando in buoni rapporti, rispetto a far volare gli stracci. E perch&eacute;, prosaicamente, Skiniar (lo sanno bene pure a Parigi...) pu&ograve; essere determinante per fare strada in Champions e provare a rivincere la Coppa Italia.
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Colpevolizzare Skriniar per la fascia da capitano è un autogol da evitare

L&rsquo;ivoriano continua a vivere da precario a Barcellona: l&rsquo;ostacolo pi&ugrave; importante &egrave; l&rsquo;ingaggio

Inter-Kessie si può fare. Anche senza Brozovic

Parla Mirabelli, il ds del Padova scopritore del baby difensore in orbita Inter: “È pronto per una big”

“Leoni predestinato, non gli manca nulla. 40 milioni sono pure pochi…”

Per il fedelissimo di Inzaghi l'avventura in nerazzurro potrebbe essere al capolinea

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