Colpevolizzare Skriniar per la fascia da capitano è un autogol da evitare

Il grado spetta di diritto a Samir Handanovic e poi, in assenza del portiere, si procede a scalare in base alle presenze in nerazzurro
Colpevolizzare Skriniar per la fascia da capitano è un autogol da evitare© www.imagephotoagency.it

Skriniar probabilmente non sarà stato limpido nelle sue intenzioni, sicuramente avrà tradito la fiducia dei tifosi e certamente lascerà l’Inter per guadagnare almeno il 30% in più dello stipendio, andando in un top club che gioca ogni anno per vincere la Champions (alzi la mano chi, nei rispettivi lavori, è pronto a biasimarlo per la scelta). Continuare però a colpevolizzarlo rischia di diventare un autogol per l’Inter. Il nodo della questione è la fascia di capitano: il grado spetta di diritto a Samir Handanovic e poi, in assenza del portiere, si procede a scalare in base alle presenze in nerazzurro. Dalla lista, per decisione (condivisibile) del club è stato depennato il nome del centrale e quindi, se oltre ad Handanovic mancano pure Brozovic e D’Ambrosio, la fascia va a Lautaro Martinez e non a Skriniar. Le motivazioni che hanno indotto l’Inter a compiere questa scelta, Beppe Marotta le ha spiegate già in un paio di occasioni, parlando di valori quali l’appartenenza e l’amore per il club che devono essere recepiti da chi è capitano. Di riflesso, se uno non recepisce questi valori, non può essere candidato a indossare la fascia che fu di Picchi, Facchetti e Zanetti. Discorso che non fa una grinza.

Skriniar, la fascia non deve diventare una croce

Questa però non deve diventare una croce per Skriniar: il ragazzo ha dimostrato di essere un professionista ineccepibile e sicuramente lo sarà almeno finché l’Inter sarà in corsa per qualche obiettivo da qui al termine della stagione. Simone Inzaghi in tal senso non ha dubbi e, con lui, la società, nonostante le frizioni con il suo procuratore. Tuttavia, per il bene di tutti, su quanto accaduto a gennaio da ora in poi sarebbe meglio far calare il silenzio. Anche il club poteva gestire meglio la questione: alla luce degli equilibri societari c’era chi si domandava se fosse un azzardo offrire 6.5 milioni (13 al lordo per Suning) a un difensore. Questo al netto di quanto accaduto in estate, quando magari l’offerta del Psg non era all’altezza delle aspettative, però poteva essere architrave per ringiovanire un reparto dove continuano a tirare la carretta Acerbi e De Vrij: il primo arrivato in prestito dalla Lazio, il secondo pure lui in scadenza di contratto. Detto questo, visto che la vicenda può offrire diversi angoli di riflessione, da qui a fine stagione la cosa migliore da fare sarà semplicemente considerare Skriniar uno come gli altri. Perché è sempre meglio divorziare, restando in buoni rapporti, rispetto a far volare gli stracci. E perché, prosaicamente, Skiniar (lo sanno bene pure a Parigi...) può essere determinante per fare strada in Champions e provare a rivincere la Coppa Italia.

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