TORINO - La Juventus che verrà si capirà fra un po’. Non è questione di misteri o verità nascoste. Il problema è che il futuro bianconero è in fieri per mille ragioni. Da come finirà con la giustizia, italiana e dell’Uefa, da chi e quando ricoprirà la carica di direttore sportivo, dalla posizione di Allegri e, a cascata, la situazione dei giocatori che dipenderà anche da come si saranno incastrati i tasselli di cui sopra. Il più importante, a livello di squadra, è quello che porta la faccia di Dusan Vlahovic. L’uomo su cui la Juventus a gennaio del 2022 ha investito 70 milioni di euro più 10 di bonus portandolo via, non senza screzi con Commisso, alla Fiorentina. Da allora dopo un buon primo semestre ecco questa stagione non in linea con le aspettative della società e della tifoseria.
La pubalgia di Vlahovic
Pronti via e la pubalgia che aveva già fatto capolino nella coda del campionato precedente lo manda ai box da cui, di fatto, esce solo dopo la parentesi al Mondiale in cui anche con la Serbia non riesce a esprimere tutto il proprio potenziale. Ritrovare la condizione e la confidenza con il gol non è stato così automatico e così, al momento, lo score di DV9 racconta che ha segnato 14 reti in 42 presenze, molte delle quali, a dire il vero, part time. L’ultima uscita, nella terrificante sconfitta di Empoli, non ha certo contribuito a rialzare le sue quotazioni e stavolta la squadra di Allegri gli ha servito almeno tre palloni nell’area di rigore avversaria, decisamente al di sopra della media che il sistema di gioco di Allegri gli garantisce.