McKennie sembra Dybala: i numeri dell'uomo in più Juve aspettando Koopmeiners

Weston certezza bianconera: nel conto altri due assist nonostante in problema alla spalla. L'olandese, autore di una doppietta, si è fatto ammirare

TORINO - La Juventus che raccoglie un punto dall’incrocio casalingo con l’Atalanta è anche, forse soprattutto, nel ghigno di Weston McKennie. L’americano digrigna i denti sotto i fasci di luce dei riflettori dello Stadium, nel corso della ripresa, tenendosi la spalla lussata contro il Frosinone soltanto due settimane fa. Nella sua voglia di esserci, per invertire un’inerzia che invece continua ad appiattire la classifica dei bianconeri, c’è tutto lo spirito di rivalsa di questa Juventus.

Che non esulta dopo il pareggio di Cambiaso, perché vuole di più. Che mette alle corde la Dea anche per agonismo, fino a trovare il micidiale uno-due che pare, illusoriamente, definitivo. E che, infine, deve invece inchinarsi alla doppietta di quello che certo non è un diamante qualunque nella gioielleria di Gasperini, perché Teun Koopmeiners al momento è anche, se non soprattutto, l’obiettivo numero uno del dt Cristiano Giuntoli per rinforzare la squadra in estate.

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La certezza di oggi, insomma, ha sfidato il sogno di domani. Ne è venuto fuori un pareggio in cui l’americano e l’olandese hanno recitato il ruolo dei grandi protagonisti. McKennie, che ha stretto i denti per esserci nonostante l’infortunio ancora fresco, ha messo lo zampino in entrambe le reti bianconere. Ancora una volta. I suoi numeri in tema di assist, infatti, iniziano ad assumere una consistenza notevole: nove i passaggi vincenti finora in campionato, addirittura quattro nelle ultime due gare giocate.

L’ultimo a riuscire in quest’ultima impresa in Serie A, per rendere l’idea, era stato l’ucraino Malinovskyi, proprio con la maglia della Dea, addirittura tre anni fa. E non è soltanto questione di qualità. L’imbucata verticale da numero 10 con cui ha mandato in gol Cambiaso nella serata di ieri, infatti, fa il paio con il controllo di palla “dybalesco” estratto dal cilindro con il Frosinone per assistere Vlahovic. Il tutto nel ben più ampio contenitore dei 90’ di gara, in cui il texano si spolmona avanti e indietro per il campo, sfoggia le proprie doti di interditore e in cui, all’occorrenza, ricorda a tutti di essere anche un puntuale incursore. Altroché esubero, come pareva etichettato pochi mesi fa soltanto: l’ex Schalke, al momento, è probabilmente il miglior centrocampista della rosa, in contumacia di un Rabiot lontano dagli standard dell’ultima annata.

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E chissà che il reparto bianconero, nei mesi più caldi di questo 2024, non sia destinato ad accogliere proprio Koopmeiners, che intanto un biglietto da visita piuttosto pesante l’ha recapitato a tutto lo Stadium. Con una sassata dal limite dell’area prima, con la finalizzazione di un’azione in verticale poi. Fanno già 10 centri in campionato e 12 in stagione, a proposito di numeri. Ogni gol è una conferma in più dell’intrigante suggestione partorita dal tandem Giuntoli-Manna, ma anche uno scalino in più da aggiungere all’erta che porta al centrocampista olandese. Che l’Atalanta ha fatto esplodere e che ora non intende lasciar partire, se non a fronte di un’offerta irrinunciabile.

La Juventus non è nelle condizioni di giocare al rialzo, di fronte all’asta che inizia a configurarsi per strappare l’ex Az agli orobici, ma ha tanti giovani di qualità in organico. Un tema cui a Bergamo sono sempre molto sensibili e che, trovando il giusto incastro di contropartite, potrebbe rappresentare la chiave per portare Koop a Torino. Questa volta con la maglia bianconera.

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Che non esulta dopo il pareggio di Cambiaso, perché vuole di più. Che mette alle corde la Dea anche per agonismo, fino a trovare il micidiale uno-due che pare, illusoriamente, definitivo. E che, infine, deve invece inchinarsi alla doppietta di quello che certo non è un diamante qualunque nella gioielleria di Gasperini, perché Teun Koopmeiners al momento è anche, se non soprattutto, l’obiettivo numero uno del dt Cristiano Giuntoli per rinforzare la squadra in estate.

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L’ultimo a riuscire in quest’ultima impresa in Serie A, per rendere l’idea, era stato l’ucraino Malinovskyi, proprio con la maglia della Dea, addirittura tre anni fa. E non è soltanto questione di qualità. L’imbucata verticale da numero 10 con cui ha mandato in gol Cambiaso nella serata di ieri, infatti, fa il paio con il controllo di palla “dybalesco” estratto dal cilindro con il Frosinone per assistere Vlahovic. Il tutto nel ben più ampio contenitore dei 90’ di gara, in cui il texano si spolmona avanti e indietro per il campo, sfoggia le proprie doti di interditore e in cui, all’occorrenza, ricorda a tutti di essere anche un puntuale incursore. Altroché esubero, come pareva etichettato pochi mesi fa soltanto: l’ex Schalke, al momento, è probabilmente il miglior centrocampista della rosa, in contumacia di un Rabiot lontano dagli standard dell’ultima annata.

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