Popa deve crescere, Berisha è un caso
Popa, per questo ruolo, non è ancora idoneo. Perché è giovane (classe 2001, un anno in meno di Gemello), non conosce la lingua italiana e come se non bastasse ha una struttura fisica un po' troppo leggera. Sfrutterà quest'annata per irrobustirsi, ma anche per crescere senza fretta, senza il patema di dover essere immediatamente chiamato in causa in caso di forfait di Mlinkovic-Savic. Il Toro ha bisogno di un secondo portiere che possa diventare, in qualsiasi momento, un primo. Identikit già presente in rosa, ma ai margini ormai da tempo immemore: Etrit Berisha, con ingaggio pesante e poche pretendenti. Con Juric non si scambia nemmeno più il saluto. Dunque, serve un elemento che costi pochissimo e che sia affidabile, un gregario di cui potersi fi dare al 100%.
Torino, la siutazione portieri
Non sarà facile trovare l'occasione giusta: fino a quando non si concretizzerà nulla, il tecnico croato continuerà senza problemi con Gemello, che però ambisce ad una soluzione differente. Brezzo e Servalli, i ragazzi attualmente al Filadelfia insieme a Popa e Gemello, torneranno in Primavera la settimana prossima. Pietro Passador, titolare della formazione di Scurto nello scorso campionato, andrà in prestito al Rimini, così come Matteo Fiorenza, anche lui destinato a lasciare a titolo temporaneo. Per cui resta una sola casella da sistemare, ovvero quella subito dietro Vanja. Popa, invece, inizia adesso l'apprendistato granata. Cresciuto nell'Academia Hagi, ha debuttato tra i professionisti con il Farul Costanza. Poi è passato all'Astra Giurgiu, successivamente al Rapid Bucarest, all'Astra e infine al Voluntari, club nel quale si è consacrato in patria. Si è guadagnato la chiamata del Toro, ma Juric preferisce procedere per gradi. Popa parte da terzo, con l'auspicio di scalare quanto prima le gerarchie.