Torino, i segreti di Vlasic: caffè, consigli e riti. Nikola anima del Fila

Arriva mezz'ora prima dei suoi compagni, si ferma con i magazzinieri e fa il giro dei saluti: l'importanza del croato nello spogliatoio
Torino, i segreti di Vlasic: caffè, consigli e riti. Nikola anima del Fila© LaPresse

Non è importante solo sul campo. Nikola Vlasic è un punto di riferimento anche nello spogliatoio. E per spogliatoio ampliamo il discorso: compagni di squadra, ma anche magazzinieri, medici, fisioterapisti. Perché il campione croato è umile e educato. Quando si presenta al Fila per gli allenamenti, tanto per fare un esempio, prima di cominciare a lavorare passa a salutare tutti. Si ferma a parlare con i magazzinieri e con loro prende un caffè.

Un’abitudine che è diventata consuetudine, graditissima dall’intero staff che supporta la prima squadra. Guai se la giornata non comincia con il caff è sorseggiato con il croato. Nikola Vlasic è fatto così. «Buongiono, grazie, tutto bene», sono le sue abituali affermazioni prima di entrare in campo a svolgere gli allenamenti. E si preoccupa anche delle condizioni fisiche dei compagni. Quando c’è qualcuno infortunato, si reca in infermeria e in palestra per sincerarsi delle sue condizioni e consegna parole di incoraggiamento.

Torino, le caratteristiche di Vlasic

Al Filadelfia gli addetti ai lavori poche volte hanno visto un giocatore così educato e cordiale, sempre sorridente, mai arrabbiato. In campo, lo sappiamo, sa essere spesso decisivo. Ricordiamo le parole di Juric. «È un giocatore completo, uno che fa la diff erenza, l’unico che per me è sempre titolare perché può risolvere la partita in qualunque momento. Tatticamente, poi, sa fare tutto». In alcune circostanze, senza Sanabria e Pellegri, è stato anche prima punta “camuffata”, anche se chiaramente mostra le proprie qualità soprattutto sulla trequarti. E i risultati si sono visti. Nella passata stagione ha collezionato 37 presenze, segnato 5 gol e, soprattutto, servito 8 assist. È calato un po’ al rientro dal Mondiale, dove con la Croazia ha conquistato la medaglia di bronzo, ma dopo un po’ di rodaggio è tornato protagonista. Nel giorno dell’allenamento - per concludere il discorso - è sempre il primo a presentarsi, mezzoretta in anticipo per il giro di saluti all’interno del Fila. La sua assenza, nel ritiro di Pinzolo, si è fatta sentire: uno come lui avrebbe sicuramente alzato il livello delle partitelle e permesso a Juric di lavorare con più profi tto sulla trequarti. Adesso è tornato e in tutti è riapparso il sorriso. Più che un giocatore, l’entourage del Filadelfi a ha ritrovato un amico, uno di cui ti puoi fi dare e di cui non è possibile fare a meno.

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