Psg-Milan, Mbappé scatena i suoi… cavalli: i tre moschettieri pronti a colpire

Kylian, Dembelé e Hakimi fanno gruppo a sé nello spogliatoio parigino e sono anche le armi più affilate di Luis Enrique
Psg-Milan, Mbappé scatena i suoi… cavalli: i tre moschettieri pronti a colpire© EPA

Quando, negli ultimi giorni di mercato, Ousmane Dembelé ha fatto ingresso al centro sportivo di Poissy, ad accoglierlo con più entusiasmo di tutti è stato il primo padrone di casa, quel Kylian Mbappé che nonostante in quel periodo fosse fuori rosa e in rotta con Al-Khelaifi era convinto di poter giocare, almeno un altro anno, con uno dei suoi migliori amici. In uno spogliatoio nel quale, a eccezion del compagno di merende Achraf Hakimi, il capocannoniere dei Mondiali poteva contare solo su Presnel Kimpembe come altro elemento empatico, lo sbarco di Dembelé apriva uno squarcio sul nuvolosissimo cielo sopra Mbappé.

Un out destro infiammato

A sorridere compiaciuto di questo ingaggio è stato lo stesso Hakimi, consapevole che con una freccia come l’ex blaugrana i suoi spazi sulla fascia destra sarebbero stati maggiori e più profondi. Meno statico di un Lionel Messi che in qualche modo bloccava il corridoio quando impiegato nel tridente, il francese si è invece subito ben abbinato al marocchino. I due viaggiano alla stessa velocità e sanno gestire il pallone con una sensibilità simile. E nel primo match di Champions contro il Borussia Dortmund hanno entrambi creato dei solchi nell’out sinistro dei gialloneri, sovrapponendosi con profitto e creando ad alti ritmi lo spazio per generare il cross dal quale poi è scaturito il rigore che ha sbloccato il match. Il raddoppio di Hakimi con un inserimento da interno di centrocampo ha certificato non solo la perfetta complementazione tra i due, con Dembelé a dare aria sfogando sull’esterno durante l’inserimento dell’ex interista, ma anche l’estrema efficacia del marocchino sotto porta. Il 4-3-3 è il modulo classico preso in considerazione, e in comune con il suo grande Barcellona c'è soprattutto un fattore.

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Fare felice Kylian

Come accaduto con Neymar e Suarez, Luis Enrique è consapevole che a Parigi deve far felice Mbappé, il cocco di casa le cui bizze emotive possono influire negativamente sui risultati del Psg. E sebbene i tre non compongano un tridente d’attacco vero e proprio, sono loro i moschettieri di Louis I, che da quando ha lasciato il Camp Nou non ha più potuto contare sull’infinita qualità del trio composto dai tre sudamericani. Adesso che a Parigi ha ottenuto l’upgrade definitivo in attacco con gli arrivi di Dembelé e dei centravanti Kolo Muani e Goncalo Ramos, che fungono da collante, Lucho è convinto di poter davvero puntare in alto. 

E contro il Milan, del quale Mbappé si è sempre detto simpatizzante, il suo grande obiettivo è quello di far scatenare i suoi cavalli preferiti. Partendo dal bomber parigino, che ama partire dalla sinistra e cercare punti di riferimento in mezzo, per poi cambiare lato sul versante opposto, dove orbiteranno i suoi due amici Ousmane e Achraf, come lui dal cuore e sangue africano ma cresciuti in Europa. Ed è sui dorsi di questi purosangue nati col fuoco dentro che Lucho cercherà la vittoria in casa contro un Milan alle corde. Una vittoria necessaria non solo per ribadire gli intenti di dominare il gruppo di Champions e ottenere un possibile miglior rivale agli ottavi, ma anche per inanellare per la prima volta un terzo trionfo di seguito in stagione e dare fiducia all’intero gruppo. 

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Quando, negli ultimi giorni di mercato, Ousmane Dembelé ha fatto ingresso al centro sportivo di Poissy, ad accoglierlo con più entusiasmo di tutti è stato il primo padrone di casa, quel Kylian Mbappé che nonostante in quel periodo fosse fuori rosa e in rotta con Al-Khelaifi era convinto di poter giocare, almeno un altro anno, con uno dei suoi migliori amici. In uno spogliatoio nel quale, a eccezion del compagno di merende Achraf Hakimi, il capocannoniere dei Mondiali poteva contare solo su Presnel Kimpembe come altro elemento empatico, lo sbarco di Dembelé apriva uno squarcio sul nuvolosissimo cielo sopra Mbappé.

Un out destro infiammato

A sorridere compiaciuto di questo ingaggio è stato lo stesso Hakimi, consapevole che con una freccia come l’ex blaugrana i suoi spazi sulla fascia destra sarebbero stati maggiori e più profondi. Meno statico di un Lionel Messi che in qualche modo bloccava il corridoio quando impiegato nel tridente, il francese si è invece subito ben abbinato al marocchino. I due viaggiano alla stessa velocità e sanno gestire il pallone con una sensibilità simile. E nel primo match di Champions contro il Borussia Dortmund hanno entrambi creato dei solchi nell’out sinistro dei gialloneri, sovrapponendosi con profitto e creando ad alti ritmi lo spazio per generare il cross dal quale poi è scaturito il rigore che ha sbloccato il match. Il raddoppio di Hakimi con un inserimento da interno di centrocampo ha certificato non solo la perfetta complementazione tra i due, con Dembelé a dare aria sfogando sull’esterno durante l’inserimento dell’ex interista, ma anche l’estrema efficacia del marocchino sotto porta. Il 4-3-3 è il modulo classico preso in considerazione, e in comune con il suo grande Barcellona c'è soprattutto un fattore.

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