Maresca per Atalanta-Juventus: i perché della scelta, il pregio e un limite

Dopo 16 gare stagionali di Serie A e 4 di B, più alcune presenze tra i campionati saudita, greco e croato, il direttore di gara campano dirigerà per la prima volta la finale di Coppa Italia

Sarà dunque Fabio Maresca l’arbitro della finale di Coppa Italia tra Atalanta e Juventus. Dopo 16 gare stagionali di Serie A e 4 di B, più alcune presenze tra i campionati saudita, greco e croato, il direttore di gara campano dirigerà per la prima volta l’atto conclusivo di questa competizione, in programma all’Olimpico di Roma domani sera. Il premio a una stagione di crescita, in cui Maresca è riuscito anche a mettere a freno qualche eccesso sul piano disciplinare, come dimostra la diminuzione dei cartellini rossi rispetto alle annate precedenti. La scelta di Rocchi può essere letta alla luce di fattori diversi. Spesso la designazione in una finale è un premio alla carriera: non a caso l’anno scorso fu scelto Irrati, all’ultima partita da arbitro, e l’anno prima Valeri.

Maresca, designazione democratica

Al di là del merito tecnico (Maresca è uno dei più meritevoli), è anche una designazione democratica: difficile che un arbitro diriga due volte in carriera la finale di Coppa Italia, anche se non dimentichiamo che Orsato ne ha alle spalle ben tre. Non solo: sono convinto che in altre condizioni la finale sarebbe stata assegnata a Marco Guida, che però è stato incluso nella rosa degli Europei e dovrà partecipare in questi giorni a un raduno a Francoforte. A quel punto rimanevano due opzioni, Maresca e Mariani: nessuno dei due ha nel palmarès una finale di Coppa Italia, ma Mariani in stagione aveva già diretto Milan-Juve e Juve-Milan e, complessivamente, ben quattro volte i bianconeri. Discorso simile per il VAR. Valerio Marini è stato scelto per meriti: è un esempio virtuoso, con Di Paolo, arbitri che hanno avuto poche soddisfazioni in campo ma sono riusciti a reinventarsi con successo come VAR Pro. C’è però una questione di opportunità, anche in questo caso: come Guida e Orsato, anche Irrati e Valeri, i top in Italia e Europa nel loro ruolo, saranno impegnati al raduno in Germania in vista di Euro 2024. Sarà comunque un banco di prova importante per Maresca, che finora ha diretto soltanto una finale, quella di Supercoppa tra Milan e Inter nel 2023.

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Maresca tra Inter-Juve, Europa League e Champions

Sembra un luogo comune, ma le finali sono veramente qualcosa di diverso rispetto a ogni altra partita, anche per un arbitro. Ne sa qualcosa Rapuano, autore di una buona stagione, che però ha steccato proprio la Supercoppa di quest’anno tra Inter e Napoli, con una gestione disciplinare non uniforme. Partita secca, un trofeo in palio: la tensione sarà tangibile. Sarà importante non commettere lo stesso errore di Rapuano: comprensibile tenere i cartellini in tasca all’inizio, ma è essenziale mantenere una soglia coerente per tutto l’arco della partita. Dalla sua, Maresca ha comunque una discreta dose di esperienza, avendo già diretto il derby di Milano e anche l’ultimo Inter-Juve. Inoltre è un internazionale, quest’anno ha arbitrato ai gironi di Europa League e anche ai preliminari di Champions.

Maresca, la personalità da gestire

Sicuramente in una finale un arbitro ha tutta l’intenzione di fare bella figura perché consapevole di avere tutti gli occhi addosso. Ed ecco che veniamo quindi al pericolo da cui Maresca deve sottrarsi. Il suo pregio, infatti, coincide anche con il suo (potenziale) limite: la personalità. Sotto questo aspetto, l’arbitro di Napoli è secondo in Italia solo a Orsato, ma corre spesso il rischio di strafare, di eccedere, nel tentativo di dimostrare troppo. Il direttore di gara dovrà far valere un mix di esperienza, intelligenza arbitrale e conoscenza dei calciatori per riuscire a eccellere. Ricordo con piacere come Nicola Rizzoli, in queste occasioni, avesse la capacità di esaltarsi, rendendo al massimo proprio perché riusciva a conciliare queste caratteristiche.

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Sarà dunque Fabio Maresca l’arbitro della finale di Coppa Italia tra Atalanta e Juventus. Dopo 16 gare stagionali di Serie A e 4 di B, più alcune presenze tra i campionati saudita, greco e croato, il direttore di gara campano dirigerà per la prima volta l’atto conclusivo di questa competizione, in programma all’Olimpico di Roma domani sera. Il premio a una stagione di crescita, in cui Maresca è riuscito anche a mettere a freno qualche eccesso sul piano disciplinare, come dimostra la diminuzione dei cartellini rossi rispetto alle annate precedenti. La scelta di Rocchi può essere letta alla luce di fattori diversi. Spesso la designazione in una finale è un premio alla carriera: non a caso l’anno scorso fu scelto Irrati, all’ultima partita da arbitro, e l’anno prima Valeri.

Maresca, designazione democratica

Al di là del merito tecnico (Maresca è uno dei più meritevoli), è anche una designazione democratica: difficile che un arbitro diriga due volte in carriera la finale di Coppa Italia, anche se non dimentichiamo che Orsato ne ha alle spalle ben tre. Non solo: sono convinto che in altre condizioni la finale sarebbe stata assegnata a Marco Guida, che però è stato incluso nella rosa degli Europei e dovrà partecipare in questi giorni a un raduno a Francoforte. A quel punto rimanevano due opzioni, Maresca e Mariani: nessuno dei due ha nel palmarès una finale di Coppa Italia, ma Mariani in stagione aveva già diretto Milan-Juve e Juve-Milan e, complessivamente, ben quattro volte i bianconeri. Discorso simile per il VAR. Valerio Marini è stato scelto per meriti: è un esempio virtuoso, con Di Paolo, arbitri che hanno avuto poche soddisfazioni in campo ma sono riusciti a reinventarsi con successo come VAR Pro. C’è però una questione di opportunità, anche in questo caso: come Guida e Orsato, anche Irrati e Valeri, i top in Italia e Europa nel loro ruolo, saranno impegnati al raduno in Germania in vista di Euro 2024. Sarà comunque un banco di prova importante per Maresca, che finora ha diretto soltanto una finale, quella di Supercoppa tra Milan e Inter nel 2023.

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