La previsione di Gomis: "Sì, Tel vale 40 reti"

Il portiere cresciuto nel Toro racconta i suoi ex compagni al Rennes: "Camavinga è talento e buon umore"
La previsione di Gomis: "Sì, Tel vale 40 reti"

Eduardo Camavinga e Mathys Tel sono presente e futuro di Real Madrid e Bayern Monaco. Il primo, classe 2002, è già una certezza per Carlo Ancelotti, mentre il secondo è di tre anni più giovane ed è l’unico 2005 ad essere tra i finalisti del Golden Boy. Entrambi francesi, entrambi lanciati dal Rennes, hanno due percorsi diversi ma hanno spiccato il volo in Bretagna. Alfred Gomis li ha visti maturare da vicino: l’ex portiere del Torino gioca in Ligue 1 dal 2019 e dopo un’esperienza nel Dijon nell’estate 2020 si è trasferito al Rennes: «E già ora a 29 anni sono uno dei giocatori più vecchi della rosa, ma questa è la lega del talento».

Che termini userebbe per descrivere Camavinga?

«Positivo e solare. Ha gioia di vivere e la sa trasmettere. È uno di quelli che in spogliatoio sceglie la musica e balla, anche se è arrabbiato perché ha perso la partitella».  

Ha anche dimostrato di non sentire affatto la pressione.

«Non sente la pressione perché ama ciò che fa. È una persona che ha bisogno di giocare a calcio, perché è ciò che più di tutto il resto gli dà felicità. In allenamento ride e scherza, ma è sempre concentrato. Ha un bellissimo approccio».
 
Invece sotto il profilo tecnico?
 
«Parliamo di un giocatore molto bravo tecnicamente, anche palla al piede ha cambio di passo. Sa gestire piuttosto bene i tempi di gioco e i suoi. Non è un fantasista, ma un interno che è in grado di inserirsi coi tempi giusti, recuperare palloni e muovere anche il possesso palla».
 
Non è certamente un caso che sia al Real Madrid.
 
«Una delle migliori se non la migliore squadra al mondo, in questo momento. Ovviamente non può essere già formato, ma penso che Ancelotti in un contesto così può esaltare le sue qualità».
 
Lei lo ha visto crescere ed imporsi in Ligue 1. Era già un giovane veterano?
 
«Non so se sia definibile in questo modo: oggi lo direi più di uno come Donnarumma, che ha già centinaia partite sulle spalle con maglie pesanti. Lui al Rennes era nel suo ambiente. Ma la sicurezza fa parte del suo gioco».
 

 
Quale è la sua migliore dote?
 
«Faccio fatica a trovare un solo ambito in cui eccelle. Eduardo sa fare tante cose e anche bene. Ha grandissimi margini di miglioramento: qui al Rennes ha dato il suo importantissimo contributo, ma è anche un contesto molto diverso. In Francia gli organici sono molto giovani, tanto che io sono uno dei più anziani».
 
Quando è arrivato lei ha persino preso la numero 10.
 
«La sostanziale differenza è che qui a Rennes non è qualcosa di eccezionale che un giovane di grande talento prenda la 10. Nessuno grida allo scandalo e non ci sono nemmeno i cecchini con il mirino pronti a sparare a zero al primo errore».
 
Lo ha sentito in quest’ultimo anno?
 
«Sì, abbiamo giocato insieme solo nel 2020/21, ma siamo ancora in contatto. Sono molto contento che a Madrid sia riuscito a essere se stesso, oltre che a far vedere le sue qualità».
 
Passiamo all’altro super talento: per Tel il Bayern ha sborsato oltre 25 milioni di euro la scorsa estate, a dispetto dei 17 anni. Il ds Salihamidzic ne è rimasto stregato. E lei?
 
«L’ho visto per la prima volta al primo allenamento che ha fatto con noi nel 2021. Ho subito pensato: “Wow!”. E immagini che non sapevo nemmeno la sua età. A fine allenamento ho chiesto allo staff quanti anni avesse, mi ha spiazzato ancora di più». 
 
Nagelsmann ha detto che potrà arrivare a segnare 40 gol in una stagione.
 
«Bisogna vedere come evolverà, ma ha un potenziale spaventoso. Sa fare più cose, sa essere un goleador come è capace di essere seconda punta o un trequartista. Da quello che mi hanno detto giocava anche in difesa, ma si prendeva troppi rischi. L’hanno avanzato fino all’attacco. Chiaramente è un giocatore che va ancora definito».
 
Insomma, anche lei supporta la tesi del tecnico del Bayern.
 
«Sono riusciti a farne segnare 40 a Lewandowski per anni, non vedo perché non debba farlo con lui. E poi Mathys è un ragazzo d’oro: ascolta molto, è curiosissimo di voler scoprire le cose, cerca di vivere al massimo la sua età. Ha tanta voglia».
 
Dopo Dembelé e Camavinga, la fabbrica di talento del Rennes continua a produrre gioielli. Sarà l’aria della Bretagna?
 
«Qui sono bravissimi a fare scouting soprattutto sul territorio, la competenza è massima. Il club è molto attento al lato umano. In più il giovane viene messo in un contesto favorevole: metà rosa ha grande esperienza, l’altra metà se non arriva direttamente dalla primavera poco ci manca. Fanno parte della rosa a tutti gli effetti».
 
E il prossimo giocatore prodotto dal Rennes a essere finalista al Golden Boy chi sarà? 
 
«Un trequartista classe 2005: Désiré Doué. Se continua così...».

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