I Golden Boy di una volta: Zidane, classe e... capelli

Nel 2003 nacque il nostro premio scopriamo chi l'avrebbe vinto nei 40 anni precedenti: da Zizou e Maldini fino a Mihajlovic e Litmanen
I Golden Boy di una volta: Zidane, classe e... capelli

Continua la nostra “escursione” a ritroso nel tempo cominciata a partire dal 1963 (40 anni prima della nascita ufficiale del Golden Boy) alla ricerca dei campioni del passato che avrebbero meritato di vincere il trofeo internazionale di Tuttosport riservato al miglior Under 21 dell’anno. I “Ragazzi d’Oro” del XX secolo. Oggi, sesta puntata, esaminiamo il quinquennio che va dal 1988 al 1992 compreso.

Maldini, il millenario

Uno dei calciatori più apprezzati del secolo scorso. Un’istituzione mondiale. Figlio d’arte che ha superato per bravura il suo adorato papà, maestro e allenatore. Paolo Cesare Maldini da Milano, classe 1968, bandiera rossonera, ha vinto tutto con il Milan (5 Champions League su 8 finali disputate, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per Club, 5 Supercoppe Uefa, 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe di Lega) mentre in maglia azzurra (126 presenze di cui 74 da capitano) ha messo al collo due argenti: uno mondiale a Pasadena nel 1994 e uno europeo a Rotterdam nel 2000. In un quarto di secolo da difensore del Milan – è partito dalle giovanili – ha accumulato 902 presenze rossonere in tutte le competizioni. In carriera 1.041 partite includendo quelle con le Nazionali (“A”, Olimpica e Under 21). Il 20 gennaio 1985, a 16 anni e mezzo, esordì in A a Udine sostituendo l’infortunato Battistini dopo l’intervallo giocando nel suo ruolo originario di terzino destro. Due volte terzo nel Pallone d’Oro: nel 1994 (dietro Stoichkov e Baggio) poi nel 2003 (dopo Nedved e Henry).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sinisa, mancino di pietra

Figlio di un camionista serbo e di un’operaia croata che lavorava in un calzaturificio, Sinisa Mihajlovic nacque a Vukovar il 20 febbraio 1969. Subito in luce nel Borovo, ha un sinistro irresistibile: potente, preciso, tagliente. “Mancino di pietra” il suo soprannome. La Vojvodina lo acquista 19enne nell’estate ’88: il 9 luglio esordisce in Coppa Intertoto contro gli austriaci dello Sturm, poi il 6 agosto il debutto nel massimo campionato jugoslavo (vittoria 2-1 a Sarajevo) e una settimana dopo la prima rete contro l’Hajduk. Vince subito uno storico titolo. È un duro, un guerriero. Nel gennaio 1991 si trasferisce a Belgrado nella Stella Rossa dove conquista a Bari la Coppa dei Campioni (ai rigori sul Marsiglia) e a Tokyo la Coppa Intercontinentale contro i cileni del Colo Colo. Il suo connazionale Boskov lo chiama alla Roma nel ’92. Nell’estate ’94 passa alla Sampdoria: a Genova incontra lo stratega svedese Eriksson che gli cambia il ruolo spostandolo in mezzo alla difesa, a comandare le operazioni. Nel 1998 va alla Lazio ritrovando Eriksson in panchina. In biancoceleste vince Coppa Coppe, Supercoppa Uefa, uno scudetto, due Coppe Italia e una Supercoppa di Lega. Chiude la carriera agonistica nell’Inter vincendo un altro scudetto, altre due Coppe Italia e un’altra Supercoppa di Lega. Formidabile specialista sulle punizioni: 66 realizzate in carriera (“tripla magia” in 23’ al doriano Ferron in Lazio-Samp 5-2 del ’98). “Miha” morirà a Roma il dicembre 2022, a 53 anni, per una forma acuta di leucemia. Un altro asso nato nel 1969 era l’argentino Batistuta, che tuttavia trasvolò l’Atlantico solo nell’estate ’91, a 22 anni e mezzo, lasciando il Boca per la Fiorentina. Regolamento alla mano, non avrebbe potuto figurare tra i candidati al Golden Boy.

Shearer golfista mancato

Suo padre Alan sognava per lui una carriera alla Nick Faldo, forse il più grande golfista britannico, ma non lo ostacolò quando Alan jr preferiva molto di più il pallone da calcio in PVC alla pallina di resina termoplastica con le fossette. Ed è così che Alan Shearer è diventato un campione inglese del football. Talento precoce sin dai tempi del Wallsend Boys Club, accademia calcistica a pochi chilometri da Gosforth, sobborgo di Newcastle dov’è nato il 13 agosto 1970. Lo chiamavano “Smokey” perché adorava le patatine croccanti al gusto di bacon affumicato. A 15 anni viene acquistato dal Southampton, con cui esordisce da subentrato in First Division (allora si chiamava così l’attuale Premier League) a 17 anni, 7 mesi e 13 giorni il 26 marzo 1988 a Stamford Bridge contro il Chelsea. Due settimane dopo, 9 aprile, parte titolare in casa contro l’Arsenal: firma una tripletta (4-1 per i “Saints”) e diventa il più giovane calciatore a realizzare un “hat-trick” nel campionato inglese a 17 anni e 240 giorni cancellando il record di Greaves. Farà poi altre 10 triplette e una cinquina in Premier League. Nel ’92 il passaggio ai Blackburn Rovers (titolo nel ’95) e dal ’96 eccolo “profeta in patria” nella sua Newcastle. È tuttora il più prolifico cannoniere nella storia del campionato inglese: 260 gol in 440 partite. Top scorer con 5 reti agli Europei ’96. Tre volte capocannoniere della Premier League. Inserito per tre anni di fila tra i candidati al Pallone d’Oro (1995, ’96, ’97), raggiunse il podio nel 1996 alle spalle del vincitore Sammer e del brasiliano Ronaldo. Anche il bi-campione del mondo brasiliano Cafu è nato nel 1970, ma aveva già 24 anni quando firmò il primo contratto con un club europeo, il Saragozza. Ineleggibile per le regole del Golden Boy.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Litmanen, il Re finnico

È il miglior giocatore finlandese “all time”. Jari Olavi Litmanen, classe 1971, a inizio carriera era chiamato “Litti”, per abbreviazione del cognome, ma ben presto è diventato “Kuningas”, “Il Re”. Ha vestito le maglie di Ajax, Liverpool e Barcellona, vincendo una Champions, una Intercontinentale e una Supercoppa europea nel ’95 con i “Lancieri” e poi una Coppa Uefa e un’altra Supercoppa d’Europa nel 2001 con i “Reds”. Nella Nazionale degli “Huuhkajat” (“Gufi Reali”) ha collezionato 137 gare e 32 gol. Il 10-10-’10 (lui era trequartista e giocava col 10... ) ha presenziato all’inaugurazione della sua statua nella natia Lahti. A 16 anni, nel 1987, debuttò con la maglia arancionera del Reipas nella massima divisione finlandese.

Zidane, l'arabesco

Idolo iconico di un’intera nazione quando la Francia nel 1998 conquistò la sua prima Coppa del Mondo. Zinédine Yazid Zidane detto “Zizou”, genio assoluto, marsigliese di sangue algerino, classe ’72, si tolse lo sfizio di segnare una doppietta di testa al Brasile nella finale “iridata” di Saint-Denis, lui che praticamente usava solo i piedi (entrambi) per disegnare meravigliosi arabeschi calcistici. Un artista. Classe purissima, immenso bagaglio tecnico (un guru della “ruleta”), gol stupendi come la mezza rovesciata, al volo di sinistro, che decise la finale di Champions 2002 (Real Madrid-Bayer Leverkusen 2-1 a Glasgow). L’esordio in Ligue 1 a 16 anni, da subentrato, con la maglia del Cannes (1-1 contro il Nantes). Pallone d’Oro 1998 e tre volte Fifa World Player (’98, 2000, ’03). Ha vinto Coppa Intercontinentale e Supercoppa Uefa con la Juve e col Real. Campione europeo 2000 con la Francia. Anno straordinario il 1972, in cui sono nati altri tre Palloni d’Oro (Rivaldo, Figo, Nedved), due campioni del mondo (Thuram, ancora Rivaldo) e il portoghese Rui Costa (vincitore della Champions come il connazionale Figo e come Rivaldo).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua la nostra “escursione” a ritroso nel tempo cominciata a partire dal 1963 (40 anni prima della nascita ufficiale del Golden Boy) alla ricerca dei campioni del passato che avrebbero meritato di vincere il trofeo internazionale di Tuttosport riservato al miglior Under 21 dell’anno. I “Ragazzi d’Oro” del XX secolo. Oggi, sesta puntata, esaminiamo il quinquennio che va dal 1988 al 1992 compreso.

Maldini, il millenario

Uno dei calciatori più apprezzati del secolo scorso. Un’istituzione mondiale. Figlio d’arte che ha superato per bravura il suo adorato papà, maestro e allenatore. Paolo Cesare Maldini da Milano, classe 1968, bandiera rossonera, ha vinto tutto con il Milan (5 Champions League su 8 finali disputate, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per Club, 5 Supercoppe Uefa, 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe di Lega) mentre in maglia azzurra (126 presenze di cui 74 da capitano) ha messo al collo due argenti: uno mondiale a Pasadena nel 1994 e uno europeo a Rotterdam nel 2000. In un quarto di secolo da difensore del Milan – è partito dalle giovanili – ha accumulato 902 presenze rossonere in tutte le competizioni. In carriera 1.041 partite includendo quelle con le Nazionali (“A”, Olimpica e Under 21). Il 20 gennaio 1985, a 16 anni e mezzo, esordì in A a Udine sostituendo l’infortunato Battistini dopo l’intervallo giocando nel suo ruolo originario di terzino destro. Due volte terzo nel Pallone d’Oro: nel 1994 (dietro Stoichkov e Baggio) poi nel 2003 (dopo Nedved e Henry).

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
I Golden Boy di una volta: Zidane, classe e... capelli
2
Sinisa, mancino di pietra
3
Litmanen, il Re finnico