Un premio, sia pure virtuale, va giocoforza a Massimo Mauro. Categoria “Golden Senior”, via. Un premio alla simpatia e alla competenza. Ieri l’ex giocatore di Catanzaro, Juventus, Napoli, Udinese ha partecipato (snocciolando chicche, retroscena, aneddoti e giudizi) alla conferenza stampa di presentazione del Golden Boy in qualità di vice presidente del “board of legends”. Cioè del gruppo di “leggende” del mondo del calcio che vota il giocatore dell’anno, il “Golden Player”. Lina Souloukou, la presidente, e Diana Langes Swarovski, Stephane Chapuisat, Lothar Matthäus, Hristo Stoichkov, Andryi Shevchenko, Pavel Nedved, Juan Sebastian Veron, Cesc Fabregas, Luca Toni, Rui Costa, Alessandro Costacurta. Ecco gli eletti che eleggono il miglior “over 21”. Sì, vero: una specie di “Pallone d’Oro”, che però ha la peculiarità - per l’appunto - di essere scelto per lo più da suoi (ex) colleghi. L’idea è nata niente meno che da Rummenigge. "Ma perché non fate un...". Detto fatto: Tuttosport l’ha preso in parola.
Mauro incensa Bellingham
Quest’anno l’ha spuntata Erling Haaland. Mauro spiega: "Senza polemica eh, ma se avessero votato gli ex giocatori Haaland avrebbe vinto il Pallone d’oro, quest’anno... ". L’ex bianconero concorda pienamente invece sulla scelta del Golden Boy, assegnato a Bellingham: "Stiamo parlando di un giocatore impressionante. E non mi riferisco soltanto alle qualità tecniche. Quelle ci sono, è ovvio, ma c’è anche molto di più. Bellingham spicca perché è un giocatore universale: sa essere difensore, centrocampista, attaccante. Insomma, sa fare tutto. E poi evidentemente ha una personalità sopra la media, incredibile. Lui sta ottenendo risultati personali enormi a 20 anni, al primo anno di Real Madrid! Ma ci rendiamo conto? In una piazza in cui anche grandissimi calciatori hanno faticato, quantomeno inizialmente. Poi magari si sono ripresi, certo, però all’inizio hanno pagato dazio. Bellingham, invece, è partito subito forte. Non c’è dubbio sul fatto che meriti il Golden Boy quest’anno". Segue una precisazione: "Premi così importanti non li vince soltanto la star. Sono frutto di un lavoro di squadra e quei classici ringraziamenti che si fanno ai compagni in queste occasioni, beh, non sono certo di facciata".