La certezza francese, la speranza italiana

Il commento del direttore Guido Vaciago

Desiré Doué, meritatissimo Golden Boy 2025, è il figlio di un sistema che funziona da più di trent’anni. Da quando la Federcalcio francese ha deciso una strategia e i club hanno contribuito ad applicarla. Era e rimane (con la clamorosa eccezione del Psg) un calcio povero, mai arricchito da diritti tv o da ricavi commerciali esagerati, fabbricarsi i talenti da soli e venderli appena giunti a maturazione, è stata molto più un’esigenza che una scelta, ma così si è innescato un circolo virtuoso che, dal 1998 a oggi, ha portato due Coppe del mondo e due finali (perse ai rigori), oltre a un Europeo, una Nations League. Generazioni di campioni si sono succedute e quella di Doué promette di essere straordinaria (se la godrà Zinedine Zidane, uno dei primi frutti di quella politica e predestinato al dopo Deschamps).

Il Golden Boy italiano

Quando, nei primi Anni 90, la Francia iniziava la semina per le abbondanti messi di cui sopra, il calcio italiano viveva la sua età dell’oro: diritti tv, ricavi commerciali, ricavi da biglietteria e la generosità (a volte avventurosa) di un gruppo di mecenati del pallone, attiravano i migliori giocatori di tutto il mondo in Serie A. E allora perché cercare faticosamente di coltivare i campioni nel proprio orto, quando si potevano acquistare i frutti più belli e buoni sul mercato? Così, nel giro di vent’anni, gran parte dei settori giovanili italiani sono appassiti per colpa delle società che non li hanno innaffiati abbastanza; la Federcalcio non ha varato politiche lungimiranti e, quando ci ha provato, non ha avuto la forza di farle durare; i mecenati hanno finito i soldi proprio mentre gli inglesi, con strategie commerciali migliori, hanno iniziato a guadagnarne il quadruplo. Oggi, più poveri e fuori dal Mondiale da un decennio, abbiamo ricominciato a zappare l’orto, perché i campioni, quelli veri, non possiamo più permetterceli e dobbiamo crearceli da soli. Dal terreno spunta già qualcosa: il Golden Boy italiano Francesco Pio Esposito (ma lasciateci ricordare anche Giovanni Leoni) è un germoglio di talento che sta sbocciando meravigliosamente ed è un simbolo che racchiude la speranza di aver invertito la tendenza.

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