Pagina 2 | Del Piero, Baggio, Totti e ora Zola nella Hall of Fame del calcio italiano

Gianfranco Zola è ufficialmente entrato a far parte della "Hall of Fame" del calcio italiano: l'ex numero 10 di Napoli, Chelsea e Cagliari, va a completare un poker di fantasisti italiani insieme a Del Piero, Baggio e Totti. Non solo Zola, ma anche Zinedine Zidane da oggi fa parte del premio istituito dalla FIGC nel 2011. La compagnia non è male”, esordisce l'ex azzurro. “Sono sorpreso e compiaciuto di ricevere questo riconoscimento”. Poi sulle parole di Mancini riguardo alla carenza di talenti italiani, aggiunge: “Roberto ha ragione. Un tempo i giocatori venivano fuori dalla strada o dalla parrocchia, io sono tra quelli. Giocando in strada ti abitui a uscire dagli schemi, sei più creativo, mentre in un settore giovanile cresci in un ambiente più organizzato e strutturato. Dopo l’avvento di Arrigo Sacchi in Italia si è puntato di più su giocatori schematici che estroversi, questo ha portato dei benefici, ma è stata trascurata la creatività. L’ho appurato andando a giocare in Inghilterra, dove si lavorava molto meno sulla tattica ma si dava più spazio all’improvvisazione, al dribbling, favorendo così anche il ritmo e l’intensità di gioco”.

Dalla Torres al Napoli

La favola calcistica di Zola inizia a pochi chilometri da Nuoro, per poi continuare nella C2 con la Torres: “Inizialmente giocavo da prima punta ma poi con la Torres ho iniziato a fare il centrocampista e non è andata male”. Nel 1989 Luciano Moggi lo porta al Napoli per 2 miliardi di lire e Gianfranco trova subito un estimatore speciale in Diego Armando Maradona. “Diego e Careca arrivarono quando la preparazione era già iniziata e così io e Massimo Mauro trovammo più spazio. Ebbi modo di farmi conoscere giocando da centrocampista e da mezza punta”. Arrivano anche due gol fondamentali per la conquista del secondo Scudetto: “Ho avuto la fortuna di vivere quella festa a Napoli, è stato straordinario. Sarei estremamente contento se arrivasse il terzo Scudetto, la gente di Napoli se lo merita. So quanto sarebbe importante per loro”.

Zola sul Napoli di oggi

Alla domanda su che ruolo potrebbe avere nel Napoli di Spalletti, Zola risponde così: “Bella domanda, tutti farebbero fatica a giocare in questo Napoli. Avrei dovuto lavorare duro, ma forse un po’ di spazio l’avrei trovato. Quando lo vedo giocare penso ‘wow’, che meraviglia. La sua forza non è solo nelle individualità, ma nella collettività”. Poi su Osimhen e Kvaratskhelia dichiara: “Kvara non lo conoscevo, ho un’opinione altissima su di lui. È un giocatore molto tecnico, ma anche un uomo squadra. Ha una grande personalità e il suo è stato un crescendo, non si è mai fermato. Mi ricorda George Best”.

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Dal Parma al Chelsea

Dopo l'addio di Maradona, arriva il passaggio al Parma di Tanzi: “Non fu una decisione semplice, ero molto legato alla squadra e alla città di Napoli. Ma la società quell’anno aveva dei problemi economici e, oltre a me, furono ceduti Ferrara, Thern e Fonseca". Dopo 4 trofei con gli emiliani, Zola passa al Chelsea: "Io, Vialli e Di Matteo prendemmo una decisione coraggiosa, che si è poi rivelata un’esperienza straordinaria. Andammo controcorrente perché all’epoca la Serie A era il campionato migliore”. Poi su Vialli aggiunge: “A volte avevamo visioni diverse, ma ci siamo sempre confrontati con il massimo rispetto. Avevamo un grande rapporto, con i suoi valori è stato importante per tutta la squadra”.

Il rapporto con la Nazionale

Con il ritorno a Cagliari, Zola chiude la sua carriera in Sardegna: È stata un’altra decisione anomala quella di lasciare una squadra che puntava a vincere la Champions League per andare a giocare in Serie B. Sognavo di portare in Sardegna l’esperienza che avevo maturato, è stata una scelta di cuore che non ho mai rimpianto”. Più travagliato il suo rapporto con la Nazionale (35 presenze e 10 reti), caratterizzato da gioie e delusioni: “Penso di non essere riuscito a dare tutto me stesso alla Nazionale. Avrei potuto dare molto di più, purtroppo l’emozione mi ha giocato un brutto scherzo. Ho sempre amato la maglia azzurra e se sono diventato un calciatore lo devo alla vittoria nel Mundial ’82, è lì che ho capito cosa avrei voluto fare da grande. In alcuni frangenti non sono riuscito ad essere abbastanza freddo, è stato un mio limite”.

Il nuovo ruolo in Lega Pro

Gianfranco Zola oggi ricopre un nuovo ruolo, ovvero è vicepresidente della Lega Pro guidata da Matteo Marani: “Ho avuto la fortuna di conoscere, sia da calciatore sia da allenatore, due mondi diversi come Italia e Inghilterra. Non sono un politico, ma un uomo di sport e spero di poter dare dei suggerimenti utili”.

Che cos'è la Hall of Fame

La "Hall of Fame del calcio italiano" è un premio istituito nel 2011 da Fondazione Museo del Calcio e FIGC per celebrare i giocatori che hanno fatto la storia del calcio italiano. Ha la sua sede nella sala conferenze del Museo del Calcio, dove sono conservati i cimeli donati dai campioni che ne fanno parte. La Giuria è composta dai direttori delle principali testate giornalistiche sportive, e sceglie un vincitore per ognuna di queste categorie: Giocatore italiano, Giocatore straniero, Veterano italiano, Allenatore italiano, Dirigente italiano, Arbitro italiano, Calcio femminile, Riconoscimenti alla memoria.

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Dal Parma al Chelsea

Dopo l'addio di Maradona, arriva il passaggio al Parma di Tanzi: “Non fu una decisione semplice, ero molto legato alla squadra e alla città di Napoli. Ma la società quell’anno aveva dei problemi economici e, oltre a me, furono ceduti Ferrara, Thern e Fonseca". Dopo 4 trofei con gli emiliani, Zola passa al Chelsea: "Io, Vialli e Di Matteo prendemmo una decisione coraggiosa, che si è poi rivelata un’esperienza straordinaria. Andammo controcorrente perché all’epoca la Serie A era il campionato migliore”. Poi su Vialli aggiunge: “A volte avevamo visioni diverse, ma ci siamo sempre confrontati con il massimo rispetto. Avevamo un grande rapporto, con i suoi valori è stato importante per tutta la squadra”.

Il rapporto con la Nazionale

Con il ritorno a Cagliari, Zola chiude la sua carriera in Sardegna: È stata un’altra decisione anomala quella di lasciare una squadra che puntava a vincere la Champions League per andare a giocare in Serie B. Sognavo di portare in Sardegna l’esperienza che avevo maturato, è stata una scelta di cuore che non ho mai rimpianto”. Più travagliato il suo rapporto con la Nazionale (35 presenze e 10 reti), caratterizzato da gioie e delusioni: “Penso di non essere riuscito a dare tutto me stesso alla Nazionale. Avrei potuto dare molto di più, purtroppo l’emozione mi ha giocato un brutto scherzo. Ho sempre amato la maglia azzurra e se sono diventato un calciatore lo devo alla vittoria nel Mundial ’82, è lì che ho capito cosa avrei voluto fare da grande. In alcuni frangenti non sono riuscito ad essere abbastanza freddo, è stato un mio limite”.

Il nuovo ruolo in Lega Pro

Gianfranco Zola oggi ricopre un nuovo ruolo, ovvero è vicepresidente della Lega Pro guidata da Matteo Marani: “Ho avuto la fortuna di conoscere, sia da calciatore sia da allenatore, due mondi diversi come Italia e Inghilterra. Non sono un politico, ma un uomo di sport e spero di poter dare dei suggerimenti utili”.

Che cos'è la Hall of Fame

La "Hall of Fame del calcio italiano" è un premio istituito nel 2011 da Fondazione Museo del Calcio e FIGC per celebrare i giocatori che hanno fatto la storia del calcio italiano. Ha la sua sede nella sala conferenze del Museo del Calcio, dove sono conservati i cimeli donati dai campioni che ne fanno parte. La Giuria è composta dai direttori delle principali testate giornalistiche sportive, e sceglie un vincitore per ognuna di queste categorie: Giocatore italiano, Giocatore straniero, Veterano italiano, Allenatore italiano, Dirigente italiano, Arbitro italiano, Calcio femminile, Riconoscimenti alla memoria.

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