Le parole di Raspadori
L’entusiasmo e la positività (al di là delle caratteristiche tattiche poco comuni) rappresentano un quasi un manifesto programmatico: «Ritrovare Spalletti a Coverciano - ha dichiarato l’attaccante ai microfoni Rai - è stata una grandissima emozione per chi l’ha avuto come allenatore, anche solo per un anno come me. A Napoli ha compiuto un percorso fantastico, è una persona che ha tantissima voglia trasmettere le sue idee e di fare bene. Siamo molto felici di ritrovarlo, noi che lo conosciamo ma anche gli altri. Quanto a Mancini non posso che ringraziarlo. Ho raggiunto la Nazionale senza un grande percorso alle spalle: quando ero al Sassuolo la chiamata fu inaspettata, non posso che ringraziarlo per la fiducia e per quello che fatto per i giovani».
E ha confermato, guarda caso, come Spalletti insista sull’aspetto motivazionale: «Il primo concetto che il mister vuole trasmetterci è il forte senso di appartenenza che deve possedere chi ha la fortuna di indossare la maglia azzurra e rappresentare così i colori del nostro Paese». Lui, ma anche Barella, Locatelli, capitan Immobile (la fascia, al di là delle
suggestioni e geopolitiche, in Nazionale va di diritto a chi assomma più presenze) e un ritrovato Chiesa sono tra coloro che più di tutti dovranno contribuire in maniera ancor più sensibile a coltivare questa sensibilità non fossaltro perché sono stati tra i protagonisti di quell’Europeo vinto e le difesa del titolo è sicuramente un surplus nelle motivazioni.
Buffon capo delegazione dell'Italia
E poi c’è Gigi Buffon, capo delegazione non solo per firma: “Sono felice di essere tornato in un ambiente che conosco da trent’anni e se c’è da spendere una parolina lo faccio più che volentieri. Vialli? Non posso pensare di imitarlo: Luca è
stato unico. Sono qui per fare la mia parte essendo me stesso».