Pagina 2 | Italia, così Gattuso ha resettato Spalletti

ROMA - Pronti via, è già effetto Gattuso. All'Hotel Parco dei Principi, che sta lì a poche centinaia di metri dalla sede della Figc in via Allegri, si respira un'aria nuova. Persino surreale, per certi versi. Un alieno in arrivo da Marte o più banalmente un turista che arrivasse... da Oslo farebbe fatica a credere che l'evento in questione - nuovo ct dell'Italia - fosse legato a quella stessa Nazione sino a pochi giorni fa “drammaticamente” protagonista d'una sorta di psicodramma collettivo frutto della sconfitta contro la Norvegia, dell'esonero preventivo di Spalletti, della prestazione deludente contro la Moldavia, del tira e molla Ranieri.

Speranza

No il clima è passato dallo scoramento alla speranza. Tant'è che si parla molto di Rino e del perché Rino, dei 35 già chiamati dal ct, dello spirito di gruppo da ricreare, di Spalletti, di Lippi, di Acerbi, di Chiesa, di Prandelli, di Bonucci, di Perrotta… Il fatto che il primo posto del girone sia quasi impossibile da raggiungere, beh, quello resta un po' ai margini perché pare brutto andare a rovinare – con la realtà - cotanto entusiasmo. E, in fin dei conti, ormai è chiaro: anche arrivarci tramite spareggi, ai prossimi Mondiali, rappresenterebbe un motivo di giubilo e trionfo.

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Gruppo Mondiale

A parte che – innanzitutto - tra Rino, Perrotta, Zambrotta, Buffon… Beh, diventa impossibile un po' per tutti non gonfiare orgogliosamente il petto e sentirsi forti, fortissimi, destinati quasi per volontà divina a tornare grandi a livello planetario. 

Famiglia Italia

Eppoi Gattuso la sua bella figura la fa. Parte quasi timido e impostato con un intervento preparato teso ad un diplomatico e logico, per il contesto, buon proposito al parlar poco in attesa che sano i fatti a fornire responsi. Poi, però, viene fuori con tutta la sua energia. Sottolinea che non ha avuto tempo per emozionarsi e anzi un secondo dopo la prima telefonata che dava il là alla sua avventura da ct già pensava a chi chiamare. Eppoi sottolinea due-tre cosette che potenzialmente possono fare la differenza con la precedente gestione: «Non è questione di tattica e moduli, qua bisogna creare una famiglia». Eccola lì la svolta… Reset. È da qui che bisogna ripartire. Sgombrare la testa da tanti concetti e gonfiare il petto, d'orgoglio.

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A parte che – innanzitutto - tra Rino, Perrotta, Zambrotta, Buffon… Beh, diventa impossibile un po' per tutti non gonfiare orgogliosamente il petto e sentirsi forti, fortissimi, destinati quasi per volontà divina a tornare grandi a livello planetario. 

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Eppoi Gattuso la sua bella figura la fa. Parte quasi timido e impostato con un intervento preparato teso ad un diplomatico e logico, per il contesto, buon proposito al parlar poco in attesa che sano i fatti a fornire responsi. Poi, però, viene fuori con tutta la sua energia. Sottolinea che non ha avuto tempo per emozionarsi e anzi un secondo dopo la prima telefonata che dava il là alla sua avventura da ct già pensava a chi chiamare. Eppoi sottolinea due-tre cosette che potenzialmente possono fare la differenza con la precedente gestione: «Non è questione di tattica e moduli, qua bisogna creare una famiglia». Eccola lì la svolta… Reset. È da qui che bisogna ripartire. Sgombrare la testa da tanti concetti e gonfiare il petto, d'orgoglio.

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