L’Italia è pronta a riabbracciare Federico Chiesa. A meno di imprevisti, nelle prossime convocazioni per i match con Moldavia (13 novembre a Chisinau) e Norvegia (tre giorni dopo a San Siro), ci sarà pure il suo nome. Rino Gattuso da sempre lo considera uno del gruppo: con l’attaccante ha instaurato un rapporto esclusivo e i due, ogni volta in cui c’è stata da compilare la lista, si sono sentiti e hanno concordato il piano d’azione. Chiesa aveva bisogno di tornare a sentirsi giocatore, di ritrovare la condizione migliore e quelle sensazioni che riesci ad avere soltanto giocando con continuità.
Chiesa e il ruolo di Gattuso
Gattuso, dal canto suo, sa quanto può dargli in azzurro. Difficile rivederlo a tutta fascia nel 3-5-2, ma lui nel sistema di gioco visto con Israele può fare la seconda punta (come alla Juve con Vlahovic: in Nazionale è perfettamente compatibile con Retegui e con Kean) e può permettere al ct di provare pure il 4-3-3. Però, vista la preferenza di Gattuso per la difesa a quattro, risulta naturale pensare che possa piazzarsi in un 4-4-2 là dove ha giocato Zaccagni a Bergamo con l’Estonia, avendo come contraltare sull’altra fascia Politano che ha caratteristiche più difensive.
