Caprile: il mito Buffon, il Leeds di Bielsa, Bari e l'Italia

Il portiere biancorosso si racconta, dall'esperienza in Inghilterra all'emozione della Nazionale
Caprile: il mito Buffon, il Leeds di Bielsa, Bari e l'Italia© Getty Images

Fino a qualche tempo fa in pochi conoscevano la storia di Elia Caprile. Portiere classe 2001, nato a Verona e con le prime esperienze al Chievo, la parentesi al Leeds sotto l'ala di Marcelo Bielsa, l'anno alla Pro Patria prima di arrivare e consacrarsi al Bari, con i biancorossi ancora in corsa per il secondo posto nonostante il pari nell'ultimo match contro la Ternana. Un'esperienza, quella all'ombra del San Nicola, che gli è dunque valsa la convocazione con l'Italia Under 21. 

Il mito di Buffon e l'esperienza al Leeds

Caprile si è raccontato in un'intervista ai canali ufficiali della FIGC, partendo ovviamente dagli inizi. Buffon l'idolo con cui è cresciuto, e con cui si è intrattenuto a chiacchierare dopo il match tra Bari e Parma: "Sono cresciuto con il mito di Gianluigi Buffon. Non ho mai desiderato far altro che il portiere, la mia non è una storia di un ragazzino messo tra i pali perché mancava chi parasse. Mi sono innamorato di questo ruolo sentendo i racconti di mio padre del Napoli di Garella, vedendo le gesta di Zoff e quelle di Buffon. Il mio supereroe, ma che ho scoperto essere una persona straordinaria. Quella di Leeds è stata un'esperienza formativa in campo e fuori, banalmente anche per imparare una nuova lingua. In quella squadra c'erano grandi calciatori: da Raphinha a Phillips, e poi Bielsa in panchina. Per quanto attorno a lui ci sia il mito del 'Loco', è un allenatore top. Mi ha lasciato tantissimo anche a livello personale: un uomo vero, che ci parlava di calcio, ma anche della storia di un suo amico minatore, che guarda in basso ma senza mai perdere di vista la luce. Ci parlava di cosa significasse per lui vivere lontano da casa, dalla famiglia. E poi ci parlava di sogni".

Il Bari e la Nazionale

Dopo il Leeds il ritorno in Italia, fino a diventare un punto fermo del Bari in Serie B e trovare l'azzurro della Nazionale: "Ho vissuto un periodo di cambiamenti: se qualcuno, un anno fa, mi avesse detto che avrei giocato da titolare nel Bari e in Nazionale, mi sarei sentito quasi preso in giro. Ma ho sempre saputo da dove sono partito e dove voglio arrivare: i sacrifici pagano. Mi aspettano tre mesi di fuoco: con il Bari siamo in corsa per andare in Serie A e vogliamo giocarci le nostre chance fino alla fine, poi c'è l'Europeo Under 21, dove spero ovviamente di esserci".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La vittoria dell'Europeo

Quando l'Italia vinse l'Europeo nel 2021 a Wembley, Caprile era già in raduno con il Leeds: "C'erano tante bandiere al centro sportivo come avessero già vinto, mi prendevano in giro. Il giorno dopo la finale, invece, arrivai a petto in fuori al campo. Quell'Europeo lo vinse la squadra, ma tutti noi ci sentiamo nel nostro piccolo campioni d'Europa. Arrivando in Nazionale, poi, ho avuto la sensazione di vivere in una grande famiglia, e anche di essere osservati dal Ct. Quando si è capito che Provedel non avrebbe potuto rispondere alla convocazione, Carnesecchi è andato a Coverciano. Per noi è una cosa importante".

Due amori: famiglia e pianoforte

Due elementi imprescindibili per Caprile sono la sua famiglia e il pianoforte: "Ho tatuato le date di nascita dei miei genitori e di mio fratello sul braccio; quella di mio nonno sulla mano. Mi piacciono i tatuaggi: ne ho anche alcuni riferiti all'esperienza in Inghilterra, in cui mi sono trovato anche ad affrontare il periodo del covid da solo. Suono un'ora al giorno e, una volta alla settimana, vado a fare lezione. Parlando con mia mamma, mi ha raccontato che lo suonava anche mia nonna, che non ho mai conosciuto: questo lo vedo un punto di connessione con lei, che sarebbe orgogliosa di ascoltarmi. Oltre al pianoforte, seguo tantissimo la Nba e, quando dobbiamo affrontare lunghi viaggi, porto con me un libro, guardo film o ascolto podcast. Allargare gli orizzonti è fondamentale".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fino a qualche tempo fa in pochi conoscevano la storia di Elia Caprile. Portiere classe 2001, nato a Verona e con le prime esperienze al Chievo, la parentesi al Leeds sotto l'ala di Marcelo Bielsa, l'anno alla Pro Patria prima di arrivare e consacrarsi al Bari, con i biancorossi ancora in corsa per il secondo posto nonostante il pari nell'ultimo match contro la Ternana. Un'esperienza, quella all'ombra del San Nicola, che gli è dunque valsa la convocazione con l'Italia Under 21. 

Il mito di Buffon e l'esperienza al Leeds

Caprile si è raccontato in un'intervista ai canali ufficiali della FIGC, partendo ovviamente dagli inizi. Buffon l'idolo con cui è cresciuto, e con cui si è intrattenuto a chiacchierare dopo il match tra Bari e Parma: "Sono cresciuto con il mito di Gianluigi Buffon. Non ho mai desiderato far altro che il portiere, la mia non è una storia di un ragazzino messo tra i pali perché mancava chi parasse. Mi sono innamorato di questo ruolo sentendo i racconti di mio padre del Napoli di Garella, vedendo le gesta di Zoff e quelle di Buffon. Il mio supereroe, ma che ho scoperto essere una persona straordinaria. Quella di Leeds è stata un'esperienza formativa in campo e fuori, banalmente anche per imparare una nuova lingua. In quella squadra c'erano grandi calciatori: da Raphinha a Phillips, e poi Bielsa in panchina. Per quanto attorno a lui ci sia il mito del 'Loco', è un allenatore top. Mi ha lasciato tantissimo anche a livello personale: un uomo vero, che ci parlava di calcio, ma anche della storia di un suo amico minatore, che guarda in basso ma senza mai perdere di vista la luce. Ci parlava di cosa significasse per lui vivere lontano da casa, dalla famiglia. E poi ci parlava di sogni".

Il Bari e la Nazionale

Dopo il Leeds il ritorno in Italia, fino a diventare un punto fermo del Bari in Serie B e trovare l'azzurro della Nazionale: "Ho vissuto un periodo di cambiamenti: se qualcuno, un anno fa, mi avesse detto che avrei giocato da titolare nel Bari e in Nazionale, mi sarei sentito quasi preso in giro. Ma ho sempre saputo da dove sono partito e dove voglio arrivare: i sacrifici pagano. Mi aspettano tre mesi di fuoco: con il Bari siamo in corsa per andare in Serie A e vogliamo giocarci le nostre chance fino alla fine, poi c'è l'Europeo Under 21, dove spero ovviamente di esserci".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Caprile: il mito Buffon, il Leeds di Bielsa, Bari e l'Italia
2
La vittoria dell'Europeo