L’Inter attuale
Dopo un settembre nero (sconfitte con Milan, Udinese e Roma) la formazione meneghina si è rimessa in carreggiata, infilando una serie di quattro vittorie consecutive e riuscendo a qualificarsi agli ottavi di Champions a spese del Barcellona. Dal punto di vista dei numeri, l’undici di Inzaghi è il secondo attacco del campionato per gol fatti (25, alla pari del Milan) e per tiri in porta (70) e il terzo per gol attesi (expected goals), con un dato di 23.42 xG (dietro Napoli e Roma). La prolungata assenza di Lukaku è stata quindi assorbita bene dalla banda Inzaghi. La mancanza dell’attaccante belga non ha impedito l’evoluzione di una squadra che, rispetto allo scorso anno, è ora un po’ più diretta, come dimostrano i dati relativi al tempo medio per possesso offensivo (passato da 11.51sec. a 10.59) e al numero di passaggi per azione d’attacco (scesi da una media di 4.13 ad una di 3.85). Questo non significa che sia stata abbandonata la manovra articolata. Nelle ultime uscite infatti l’Inter sembra aver recuperato quei meccanismi offensivi che ne avevano caratterizzato la fase offensiva nella scorsa annata. L’intesa fra Lautaro e Dzeko è poi migliorata rispetto all’ultimo campionato. In generale quindi, la versione recente della formazione lombarda è più inzaghiana, attenta cioè a difendere lo spazio e pronta a risalire il campo sia con soluzioni palleggiate che andando velocemente in profondità. Inoltre, la squadra ha assorbito bene l’assenza di Marcelo Brozovic, che l’anno scorso è costata lo scudetto (nell'ultima corsa al titolo infatti non ha pesato tanto l’errore di Radu a Bologna quanto piuttosto l’incapacità di sostituire il croato nelle occasioni in cui è mancato), attraverso il riposizionamento di Calhanoglu davanti alla difesa. Il turco si è calato nella parte del regista, come dimostrano i dati relativi alla precisione nei passaggi (87.6%), agli assist attesi (2.15) e ai filtranti (3).