Allora lo stadio si può fare! Bravo Commisso ma il modo non è...urbano

L'opinione sul Viola Park recentemente inaugurato dal patron viola e la situazione del Torino
Allora lo stadio si può fare! Bravo Commisso ma il modo non è...urbano© LAPRESSE

Si può fare! SI! PUÒ! FA!RE! E senza necessariamente possedere la scienza del dottor Frederick von Frankenstein né la simpatia di Mel Brooks. Si può comprare (ma se te la regalano, va bene lo stesso) una società di calcio storica e gloriosa, ricostruirne piano piano e con inevitabile difficoltà la dignità sportiva (e non solo: ma su questa, probabilmente c’è ancora da lavorare), scalare classifiche dentro e fuori i confini, nel mentre costruire un centro sportivo con i fiocchi (26 ettari, 12 campi regolari, 20 squadre ospitate, due stadioli e ci fermiamo altrimenti si esauriscono le righe a disposizione). In quattro anni, con in mezzo una pandemia.

I meriti di Commisso

In ciò, non si possono che evidenziare i meriti di Rocco Commisso e tesserne le lodi. Peccato che pochi, pochissimi, nemmanco quelli che avrebbero potuto e dovuto da maggiorenne tempo, lo imitino se non sono al comando di corazzate industriali. E dire che certe amministrazioni locali farebbero ponti d’oro, che il terreno suburbano da qualificare abbonda quanto quello extraurbano e, come a Torino, pure l’urbano. A proposito di urbano e urbanizzazione. Fa specie, macchia e persin male che in mezzo a tanto fiorentino brillare persista l’uso di toni e metodi per niente urbani verso alcuni media e relativi lavoratori. Si può sbagliare e si può anche avere ragione, ma a un certo punto ci si chiarisce e si ricomincia. Invece.

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