Toro-Napoli è la partita di Emanuele Calaiò. Una vita da bomber per "l'arciere", che si è fatto conoscere in Italia dopo la trafi la nelle giovanili granata per poi consolidarsi fra Serie A e B. Con la maglia azzurra, invece, si è fatto carico della rinascita del club, diventando protagonista del doppio salto dalla C alla massima serie dopo il fallimento. Domenica Calaiò sarà diviso fra le due anime del suo passato.
Calaiò, come vede questo Toro-Napoli?
«Il Toro mi piace: Cairo ha costruito una squadra interessante, che Juric sta plasmando bene e credo possa mettere in difficoltà il Napoli. A Firenze non meritava di perdere. Sicuramente vedo messo peggio il Napoli. Lì l'unica scossa utile può arrivare dal mercato: sono stati fatto un po' di errori a livello di gestione, a partire da Garcia. Non è stato sostituito Kim, non sono arrivate alternative serie a Politano. E adesso nessun altro poteva accettare un contratto come quello di Mazzarri».
Quale futuro in casa azzurra? La gara col Toro è già decisiva per la zona Champions?
«Servono giocatori che abbiano fame, visto che a giugno l'allenatore cambierà. Immagino tecnici come Italiano, Thiago Motta e Conte: questo Napoli ha bisogno di un allenatore di forte personalità. L'eredità di Spalletti scotta per tutti».
Anche per il Toro pesa l'incertezza sul futuro: Juric è in scadenza di contratto. Come giudica questa situazione?
«Per me il Toro, a inizio anno, era da considerare una squadra da parte sinistra della classifi ca. Penso che più o meno stia rispettando le aspettative: fatica a fare gol, ma i giocatori di spessore non mancano, a partire da Zapata. Juric è un tecnico navigato, forse farebbe bene a consolidare un progetto che in quasi tre anni ha portato il Toro ad avere una dimensione degna della sua storia, senza più tribolazioni da zona retrocessione. Ovvio, per puntare all'Europa serve di più».