Quella legge infilata fra kiwi e granchi blu: il calcio nel decreto agricoltura

L'incredibile mossa del governo per accelerare sul controllo politico dei conti nello sport: tra fotovoltaico e peste suina la nuova agenzia per scavalcare la Covisoc
Quella legge infilata fra kiwi e granchi blu: il calcio nel decreto agricoltura© ANSA

Nella bozza del Decreto Agricoltura che andrà all’esame del Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni, tra un provvedimento sul granchio blu, un altro sul fotovoltaico, uno sulla peste suina, sbuca l’articolo 13 bis il cui titolo recita: “Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche”. Eccolo qui, il tema del contendere: 9 paragrafi che stabiliscono il funzionamento del nuovo ente che dovrebbe prendere il posto della Covisoc “allo scopo di verificare l’equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, anche ai fini della loro iscrizione ai campionati sportivi, del regolare svolgimento degli stessi e dell’equa competizione, è istituita l’Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche con sede in Roma, posta sotto la vigilanza del Presidente del Consiglio dei ministri o dell’Autorità politica da esso delegata in materia di sport”. Fin dal primo punto, dunque, emerge evidente come il lavoro dell’Agenzia sarà vincolante per la Figc. I successivi passi lo confermano fin dal punto 2: “l’Agenzia svolge i compiti di controllo e vigilanza sulla legittimità e regolarità della gestione economica e finanziaria delle società sportive professionistiche al fine di perseguire l’equilibrio economico e finanziario delle stesse e il rispetto dei principi di corretta gestione, nonché il funzionamento dei controlli interni alle stesse società e il regolare svolgimento delle competizioni”. Sarà lei a verificare la congruità dei documenti, potrà convocare i dirigenti - dei club ma anche di Federazioni e Leghe -, effettuare ispezioni nelle sedi delle Società, proporre indagini e provvedimenti disciplinari. E sarà l’unico organismo con queste competenze: Covisoc addio, insomma.

Le parole di Abodi

"Ma non perché non abbia autorevolezza - ha precisato il ministro Abodi - bensì perché non è un ente terzo ma sta dentro la Federcalcio. Sul tema ho visto tanta agitazione e anche alcune inesattezze. Avrei voluto che lo stesso fermento si manifestasse quando sono stati stralciati debiti fiscali di squadre di club professionistici di A, B e C per oltre 100 milioni soltanto negli ultimi due anni. Evidentemente i controlli non hanno consentito di fermare alcune realtà o di allertare alcune situazioni critiche. Stiamo parlando di controlli finanziari, che dovrebbero essere quasi un fattore indifferente". L’Agenzia sarà composta da un organo collegiale con un presidente e due componenti (durata quadriennale non rinnovabile) che avrà alle dipendenze un massimo di 30 unità. Il costo di gestione è fissato in 2,5 milioni annui a carico dei club che non gradiscono questo ulteriore aggravio: "È un tema di cui stiamo parlando - ha commentato Abodi -. Nell’ambito di un mondo che ha un turnover finanziario di diversi miliardi, due milioni e mezzo sarebbero un investimento in sicurezza e in terzietà di cui hanno bisogno soprattutto quei club che pagano regolarmente e che chiedono che le stesse regole vengano rispettate da tutti, anche per garantire l’equa competizione".

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Le indiscrezioni e le reazioni

Dopo le indiscrezioni e le reazioni, sono cominciati gli aggiustamenti, le retromarce e i distinguo. Sia per abbassare la tensione tra le istituzioni italiane - governative e sportive - sia per la preoccupazione, in prospettiva, circa le reazioni delle istituzioni sportive internazionali Cio, Fifa e Uefa. L’irritazione di Giovanni Malagò è emersa evidente per la forma (ha ricevuto la bozza del decreto dalla Figc in maniera informale, senza esserne mai stato informato prima), i tempi e i contenuti della riforma. Il presidente del Coni ha ribadito la legittima preoccupazione circa le conseguenze che questa decisione potrebbe innescare a livello internazionale per lo sport italiano. La Figc ha già contattato Fifa e Uefa che restano in attesa del provvedimento definitivo (“non ragioniamo sulle bozze”) e poi valuteranno: dal generico “avvertimento” in casa di comprovato ingerenza si può arrivare fino all’extrema ratio dell’esclusione dai tornei internazionali, a cominciare dagli Europei. Malagò, su questo tema, non nasconde una irritata preoccupazione: "Ho seri dubbi che questo discorso possa essere accettato dagli organismi sportivi internazionali - ha dichiarato a Repubblica -. Quindi, prima di prendere qualsiasi posizione a livello normativo questo va verificato. Altrimenti si rischia la figuraccia mondiale e, purtroppo, i governi italiani non sono nuovi a situazioni simili. In passato sono state sostenute posizioni che poi sono stati costretti a modificare. Ci eravamo già passati".

Abodi apre al confronto

Andrea Abodi, a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, respinge questa preoccupazione e apre al confronto: "Mi auguro che si adottino i giusti toni e si pensi a un interesse generale per una Serie A sempre più competitiva - ha spiegato il Ministro dello Sport -. Non si è arrivati ancora a una riforma, ma mi auguro che accada nei prossimi mesi, senza interessi particolari e con la giusta educazione istituzionale. Sul tema ho visto tanta agitazione e anche alcune inesattezze relativamente all’attentato dell’autonomia. È una bozza soggetta a ulteriori contributi. La bozza è stata fatta uscire indebitamente, in maniera non corretta e quindi si è data una lettura non definitiva a un testo non definitivo. Nulla viene toccato relativamente alla definizione dei criteri da parte della Federcalcio, nulla viene toccato per l’attribuzione delle licenze per la partecipazione ai campionati. Non è toccata l’autonomia sportiva. Si sta semplicemente attribuendo a un soggetto terzo i controlli finanziari, le scelte sportive sono prerogativa assoluta della Federcalcio".

Serie A contro Governo e Figc, è bufera: "Autonomia da politica e federazione"

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Nella bozza del Decreto Agricoltura che andrà all’esame del Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni, tra un provvedimento sul granchio blu, un altro sul fotovoltaico, uno sulla peste suina, sbuca l’articolo 13 bis il cui titolo recita: “Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche”. Eccolo qui, il tema del contendere: 9 paragrafi che stabiliscono il funzionamento del nuovo ente che dovrebbe prendere il posto della Covisoc “allo scopo di verificare l’equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, anche ai fini della loro iscrizione ai campionati sportivi, del regolare svolgimento degli stessi e dell’equa competizione, è istituita l’Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche con sede in Roma, posta sotto la vigilanza del Presidente del Consiglio dei ministri o dell’Autorità politica da esso delegata in materia di sport”. Fin dal primo punto, dunque, emerge evidente come il lavoro dell’Agenzia sarà vincolante per la Figc. I successivi passi lo confermano fin dal punto 2: “l’Agenzia svolge i compiti di controllo e vigilanza sulla legittimità e regolarità della gestione economica e finanziaria delle società sportive professionistiche al fine di perseguire l’equilibrio economico e finanziario delle stesse e il rispetto dei principi di corretta gestione, nonché il funzionamento dei controlli interni alle stesse società e il regolare svolgimento delle competizioni”. Sarà lei a verificare la congruità dei documenti, potrà convocare i dirigenti - dei club ma anche di Federazioni e Leghe -, effettuare ispezioni nelle sedi delle Società, proporre indagini e provvedimenti disciplinari. E sarà l’unico organismo con queste competenze: Covisoc addio, insomma.

Le parole di Abodi

"Ma non perché non abbia autorevolezza - ha precisato il ministro Abodi - bensì perché non è un ente terzo ma sta dentro la Federcalcio. Sul tema ho visto tanta agitazione e anche alcune inesattezze. Avrei voluto che lo stesso fermento si manifestasse quando sono stati stralciati debiti fiscali di squadre di club professionistici di A, B e C per oltre 100 milioni soltanto negli ultimi due anni. Evidentemente i controlli non hanno consentito di fermare alcune realtà o di allertare alcune situazioni critiche. Stiamo parlando di controlli finanziari, che dovrebbero essere quasi un fattore indifferente". L’Agenzia sarà composta da un organo collegiale con un presidente e due componenti (durata quadriennale non rinnovabile) che avrà alle dipendenze un massimo di 30 unità. Il costo di gestione è fissato in 2,5 milioni annui a carico dei club che non gradiscono questo ulteriore aggravio: "È un tema di cui stiamo parlando - ha commentato Abodi -. Nell’ambito di un mondo che ha un turnover finanziario di diversi miliardi, due milioni e mezzo sarebbero un investimento in sicurezza e in terzietà di cui hanno bisogno soprattutto quei club che pagano regolarmente e che chiedono che le stesse regole vengano rispettate da tutti, anche per garantire l’equa competizione".

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